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Manovra Finanziaria 2011-2013: la norma definitiva punto per punto

di Barbara Weisz

Pubblicato 9 Settembre 2011
Aggiornato 23 Novembre 2011 10:33

Analisi della Manovra finanziaria bis 2011-2013 con testo definitivo, compresi maxi-emendamento e ddl costituzionali per la riforma delle Province e il pareggio di bilancio: cosa cambia per gli Italiani.

Un iter complicato, a tappe forzate e costellato di aspre polemiche quello della manovra finanziaria bis in via di approvazione definitiva alla Camera dopo la fiducia in Senato, imposta dal Governo per blindare un testo che scontenta in troppi. Un provvedimento da 54,262 miliardi quasi esclusivamente incentrato sulle entrate che graveranno sulle spalle degli Italiani. La parte del leone la fa l’aumento dell’IVA al 21%. Fra le misure previste anche un prelievo di solidarietà sui redditi alti, l’anticipo al 2014 dell’innalzamento dell’età pensionabile delle donne nel settore privato e la trasformazione delle Province in città metropolitane, con esautorazione delle competenze. Al testo finale si è arrivati dopo che la manovra ha cambiato volto quattro volte nel giro di due settimane. Vediamo il testo finale, punto per punto.

L’iter della manovra finanziaria bis

Il decreto, così come è stato votato nella manovra di Ferragosto dal Consiglio dei Ministri, è stato più volte rivisto. Alla fine, il Governo – in parte sotto la pressione dei mercati e delle istituzioni internazionali, sollecitato anche dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano – ha messo a punto un maxi-emendamento alla manovra finanziaria bis, che ha presentato al Senato chiedendo, e ottenendo, la fiducia: Palazzo Madama ha approvato con 165 voti favorevoli, 141 contrari e tre astenuti.

Per la seconda volta in meno di due mesi, l’Italia è stata costretta ad approvare a tappe forzate una legge di bilancio per evitare di piombare in una situazione paragonabile a quella della Grecia. Il rischio contagio della crisi del debito è stato, almeno per ora, allontanato anche grazie ai molteplici interventi che sono proseguiti per tutta la settimana della Banca Centrale Europea a sostegno dei titoli di stato. Un quadro complesso, dunque, e che resta tale anche dopo questa manovra.

I numeri della manovra finanziaria

Nella sua formulazione definitiva la manovra finanziaria bis vale 54,265 miliardi nel 2013 (dai 49,866 previsti dal testo del decreto del 13 agosto), e sale a 59,79 miliardi nel 2014. Il 2013 è l’anno in cui è fissato il pareggio di bilancio. In termini di impatto sul deficit, la manovra vale 4,342 miliardi nel 2012, 4,399 nel 2013 e 4,389 nel 2014. Per questo 2011 invece si “limita” a 700 milioni. Una buona parte del gettito arriverà dall’aumento dell’Iva al 21%.

Aumento IVA

L’aliquota IVA passa dall’attuale 20 al 21%: è stato uno dei provvedimenti più sofferti, più volte proposto e accontonato, non presente nell’ipotesi di formulazione iniziale (quando il Governo ha provato a mettere a punto un testo più concentrato sulla lotta all’evasione) ma reintrodotto in tutta fretta e diventato uno dei pilastri del provvedimento. L’inasprimento dell’imposta sul valore aggiunto riguarda quasi tutti i beni e i servizi. Sono esclusi: alimentari, prodotti editoriali, bar, ristoranti, alberghi e alcune operazioni di recupero edilizio. L’Iva italiana diventa così una delle più alte in Europa, dietro a Finlandia, 25%, Grecia e Portogallo, al 23% e al pari di Belgio e Irlanda. In termini di gettito, l’aumento dell’Iva vale intorno ai 4 miliardi ogni anno.

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