Il 730 precompilato complica la vita: agli intermediari dell’assistenza fiscale che hanno maggiori responsabilità e si prendono più rischi, al contribuente per i costi maggiori: sono le criticità sulla dichiarazione dei redditi 2015 secondo la CGIA di Mestre, presentate alla commissione di Vigilanza Anagrafe Tributaria. Gli esperti dell’associazione artigiani e piccole imprese di Mestre non negano tuttavia che il 730 precompilato vada nella direzione di semplificare il rapporto tra Fisco e cittadini, potenziando il ruolo dell’Anagrafe Tributaria per fornire servizi.
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Detto questo, la sperimentazione 2015 ha reso evidenti alcune criticità. Innanzitutto
«nell’intento di semplificare la vita ai contribuenti, rendendo certo e definitivo il rapporto con il fisco, si sono appesantiti gli adempimenti e le responsabilità degli intermediari». Il contribuente non viene sottoposto a controlli nel caso in accetti il 730 senza modifiche, e anche se effettua variazioni o integrazione inviando il modello attraverso un CAF o professionista abilitato. Viceversa, CAF e intermediari «rispondono sempre e comunque delle dichiarazioni che presentano per conto del contribuente. Il fisco si rivolgerà a loro per contestare eventuali imposte, sanzioni e interessi».
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Si può, a questo proposito, sottolineare che il capitolo delle nuove responsabilità degli intermediari, e delle relative sanzioni, è stato sin dall’inizio fra i più caldi, con parecchie critiche arrivate dagli addetti ai lavori. Vediamo in sintesi quali sono le altre criticità segnalate dalla CGIA Mestre:
- costi e adempimenti: per CAF e professionisti dell’assistenza fiscali oltre a responsabilità e rischio sanzioni sono aumentati gli adempimenti (gestione deleghe, autorizzazioni per accedere al 730 precompilato) e i costi assicurativi (da 2 a 3 milioni di euro). E parte di questi costi sono stati traslati sui contribuenti. Ad esempio, quest’anno si paga anche nel caso in cui si consegni al CAF il modello già compilato;
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- invio certificazioni uniche: per i sostituti d’imposta che non hanno rispettato il termine del 7 marzo per l’invio del CU 2015, multa di 100 euro per ogni modello omesso o inesatto. Non è possibile diminuire la sanzioni tramite ravvedimento operoso oppure concorso di violazioni e continuazione. la norma è ritenuta eccessivamente penalizzante, anche in considerazione delle novità che si sono succedute quest’anno. La proposta: allungare i tempi e rivedere le sanzioni;
- CU 2015: solo per quest’anno è stato consentito di non inviare certificazioni uniche relative a redditi esenti. Si propone di escludere dai termini perentori del 7 marzo tutte le Certificazioni Uniche relative a redditi che non rientrano nel 730 precompilato (professionisti, autonomi a partita IVA, dividendi). Va detto che in effetti questo è un suggerimento che per quest’anno è stato recepito, il termine per inviare questi CU 2015 da parte dei sostituti d’imposta ai contribuenti è il prossimo 31 luglio;
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- CAF e sanzioni: il visto di conformità assicura la corrispondenza fra documentazione presentata e dichiarazioni. In caso di irregolarità, l’intermediario paga imposta, sanzioni e interessi al posto del contribuente. L’associazione di PMI avanza l’ipotesi che la norma non sia conforme «al dettato costituzionale, perché «le imposte rappresentano il concorso del singolo alle spese pubbliche in coerenza con il principio della capacità contributiva», concorso che «non può essere traslato da un soggetto a un altro». Proposta: resti la sanzione per visto infedele, ma le imposte e gli interessi le versi il contribuente;
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- Modello 730 precompilato senza modifiche: la dichiarazione se presentata, senza modifiche, dal contribuente, non è sottoposta al controllo formale, mentre se viene inviata attraverso un intermediario il controllo può scattare, anche con riferimento a dati forniti da soggetti terzi e inseriti nella precompilata dal Fisco. Anche, qui, la CGIA ritiene si tratti di una difformità.
in commissione alla Camera