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Competenze chiave ai tempi dello Smart Working

di Alessandra Gualtieri

Pubblicato 11 Maggio 2020
Aggiornato 13 Maggio 2020 16:00

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Come adattare competenze e mindset per lo smart working seguendo il modello del Lifelong Learning: competenze e approcci da sviluppare.

Se, forse, ormai è chiaro cosa sia davvero lo Smart Working (vedi articolo correlato) che cosa serva per implementarlo in azienda e per essere uno smart worker provetto ancora è da chiarire. 

Seedble, azienda pioniera dello Smart Working dal 2012, ha raccolto una serie di spunti su questo argomento in uno dei suoi Digital Meeting, in cui viene spiegato come adattare competenze e mindset per lo smart working. Il modello da seguire e a cui tendere è quello del Lifelong Learning, ossia una formazione continuativa che facilita la condivisione e trasferimento di know-how e competenze, elementi essenziali per introdurre lo smart working in una organizzazione.

Le competenze del Leader Umano

È chiaro ormai che il cambiamento richiesto per convertirsi ad una organizzazione smart deve partire dal management: bisogna quindi trasformare i capi in leader.

Il leader deve spostare il suo focus dal controllo alla fiducia, dal considerare i propri collaboratori come “numeri” al considerarli come persone. Ecco perché parliamo di leader umano. Per poter fare ciò, deve sviluppare una serie di competenze e approcci, tipici di una organizzazione smart.

VISION. Un leader capace di proiettare la propria organizzazione e i propri collaboratori verso il cambiamento deve avere una vision ambiziosa. Deve esser guidato da obiettivo di lungo periodo che spinge l’intera organizzazione verso l’innovazione. Il leader si deve mettere al servizio delle persone (servant leadership) trasformandosi in un grande ascoltatore se vuole essere fonte di ispirazione per l’organizzazione.

SENSE OF COMMUNITY. Questa competenza si lega alla precedente, in quanto il leader umano deve essere in grado di aggregare, coinvolgere e, come detto prima, guidare verso un obiettivo comune. Deve agire creando spirito di squadra e valori condivisi da tutta l’organizzazione, stabilendo relazioni trasparenti, stabili e durature nel tempo.

EMPOWERMENT. Questa competenza spiega l’esistenza della fiducia come cardine portante di una organizzazione che implementa lo Smart Working. Se non c’è fiducia, un leader non potrà mai delegare, responsabilizzare e ascoltare le persone. Il leader facilita la crescita delle persone e le rende gradualmente autonome nelle decisioni e consapevoli del valore del proprio lavoro.

FLEXIBILITY. Un leader deve essere consapevole del contesto e sapersi adattare al cambiamento, alcune volte anticipandolo. La flessibilità si collega all’essere resiliente, mostrando sempre una capacità di modellarsi in base alle complessità e ai continui mutamenti dello scenario, sia interno sia esterno all’organizzazione.

VIRTUALITY. Le capacità digitali sono altrettanto importanti in un leader in quanto esso deve essere in grado di gestire le persone e collaborare con loro anche da remoto. Le nuove tecnologie che popolano il mercato possono essere un fattore abilitante in grado di accelerare il nostro lavoro e permetterci di raggiungere risultati migliori. La credibilità del leader, soprattutto verso le nuove generazioni, passa dalla conoscenza degli strumenti e delle logiche digitali.

INTELLIGENZA EMOTIVA. Per lavorare in un contesto di Smart Working e portare a termine i propri obiettivi è indispensabile saper coltivare e mettere in pratica l’automotivazione. Come? È necessario essere consapevoli di quali sono le emozioni che spingono all’azione, in quanto esse rappresentano la leva principale proprio per l’automotivazione.

SELF MANAGEMENT. Introdurre lo smart working in un’organizzazione porta a ripensare le modalità in cui spazio e tempo vengono gestiti ed utilizzati dal lavoratore: non si lavora più per quantità di tempo ma per qualità ed efficacia. Il Self Management raccoglie un po’ le precedenti competenze, in quanto con la ridefinizione di spazi e tempi, comporta l’organizzazione delle proprie attività seguendo nuovi schemi. Bisogna prima di tutto essere consapevoli di come soggettivamente percepiamo e gestiamo il tempo e successivamente prioritizzare i propri task, stabilendo priorità e agenda, in un processo collaborativo che coinvolge altre persone.

Ovviamente coltivare e migliorare le competenze ed il mindset per lavorare bene in una organizzazione smart è solo uno dei tanti passi da compiere. Seedble, infatti, con i suoi digital meeting, ha voluto raccogliere in 16 appuntamenti il mondo dello Smart Working a 360°, rendendo il tutto disponibile sul portale interamente dedicato a questo tema: Exploring Smart Working. Esplorare i vari aspetti dello Smart Working è solo il primo passo per avviare percorsi formativi in linea con le attuali esigenze di mercato, con l’obiettivo di proiettare la propria organizzazione verso nuovi modelli esaltando il valore e talento delle persone.