La detraibilità degli scontrini fiscali è una potenziale norma che non piace …. al Fisco: a dichiararsi contrario all’applicazione del contrasto di interessi – inserito come emendamento al Ddl di Delega Fiscale e approvato in commissione Bilancio – è proprio il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, scettico sulla sua efficacia come strumento anti-evasione, così come lo è il Governo.
Fra l’altro, l’intera delega fiscale – che avrebbe dovuto essere approvata dal Senato entro novembre (per poi tornare alla Camera in terza lettura) – si è arenata a Palazzo Madama: l’aula ha rimandato il ddl in commissione Finanze e ha rinviato l’esame finale al primo giorno utile dopo l’approvazione della Legge di Stabilità (prevista per il 20 dicembre).
E visto che la legislatura è agli sgoccioli, il rischio serio è che non si riesca ad approvare la legge, con grande delusione delle imprese.
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I nodi della Delega fiscale
Il capitolo scontrini fiscali è uno dei più caldi: la norma prevede di concedere deduzioni o detrazioni sulle spese attestate in dichiarazione dei redditi con le ricevute di pagamento: obiettivo, spingere i contribuenti a farsi rilasciare lo scontrino dai venditori (appunto, contrasto di interessi). Per rendere davvero conveniente lo scontrino, però, l’agevolazione dovrebbe essere molto corposa. Per capirci: più conveniente di uno sconto sulla merce o di un defalcamento dell’IVA, come in genere viene proposto…
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Il nodo su cui si è arenata la riforma fiscale è anche quello dell’accorpamento delle agenzie fiscali, che secondo il testo passato in commissione doveva slittare al giugno 2013, mentre il Governo vorrebbe anticipare. E ci sono freni anche sulla disciplina sull’abuso del diritto e alla riforma del Catasto.
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L’iter della Riforma Fiscale
Il ministro dell’Economia Vittorio Grilli cerca di smuovere le acque: «è un provvedimento molto importante, contiene aspetti fondamentali per chiarire il nostro apparato sia tributario, sia per quanto riguarda il nostro Catasto e molte altre cose. Per cui spero sia soltanto una pausa. Il governo si impegnerà perché possa concludersi con successo».
Dal mondo delle imprese è un coro unitario contro lo stop della delega. Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ritiene che l’ostacolo incontrato in Senato rischi di «paralizzare un’importante riforma che il Paese e le imprese attendono da molti anni», e sottolinea l’urgenza di approvare il ddl e poi attuarne i principi «nei decreti delegati entro il termine della legislatura».
Le richieste delle imprese
«No a rallentamenti» anche da Rete Imprese Italia: il presidente Giorgio Guerrini insiste su una serie di punti della delega ritenuti di primario interesse per le PMI: «dalla tassazione separata del reddito dell’impresa rispetto a quello dell’imprenditore, alla razionalizzazione dei regimi ed adempimenti fiscali, alle correzioni al sistema della riscossione coattiva e alla possibilità di intensificare l’utilizzo del contrasto d’interesse per far emergere le attività abusive e contrastare l’evasione fiscale».
Dunque, anche se Fisco e Governo sono scettici le imprese sono d’accordo a provare la via del contrasto interesse con bonus scontrini:
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Infine, c’è un comunicato congiunto di Abi (banche), Ania (assicurazioni), Alleanza delle Cooperative e la stessa Rete Imprese Italia, che punta il dito contro «l’ennesima occasione persa per affrontare i temi della pressione fiscale su cittadini ed imprese» e definisce «un grave errore» ostacolare «il processo di rinnovamento del sistema fiscale tracciato nel disegno di legge delega volto alla creazione di un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita».