Esodati: in piazza per il diritto alla pensione

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 27 Luglio 2012
Aggiornato 31 Luglio 2012 09:06

Gli esodati tornano a scendere in piazza per il diritto alla pensione: Cisl, Cgil e Uil chiedono il pensionamento con le norme precedenti la riforma delle pensioni per tutti gli esodati, per IdV il Governo usa due pesi e due misure e prende tempo. Una situazione molto grave.

Continua il calvario dei lavoratori esodati, in migliaia quelli esclusi dalle soluzioni trovate finora dal governo Monti, che vedono coinvolti solo una parte dei lavoratori penalizzati dalla riforma delle pensioni di Fornero.

E nelle scorse ore gli esodati sono scesi in piazza a Roma per il diritto alla pensione.

Un modo di agire irresponsabile, secondo detto il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, quello del Governo nei confronti degli esodati. Sono infatti mesi ormai che migliaia di lavoratori sono rimasti senza lavoro, quindi stipendio, né pensione.

Secondo Cgil, Cisl e Uil «il Governo sta lasciando sole le persone e continua a rinviare la soluzione del problema esodati», i tre sindacati chiedono a Governo e Parlamento di «riconoscere il diritto ad accedere al pensionamento, con le norme precedenti, a tutti coloro i quali hanno sottoscritto accordi individuali e collettivi entro il 31 dicembre 2011».

Ad appoggiare gli esodati c’è anche IdV, la cui senatrice Giuliana Carlino ha dichiarato in commissione Lavoro che «la situazione degli esodati è ancora in alto mare, sia perché il Governo continua a fare melina sui numeri, sia perché preferisce rinviare ad altri provvedimenti, quindi alle calende greche, la risoluzione del gravissimo problema».

Con riferimento al decreto sulla spending review la senatrice ha criticato il fatto che il Governo si limiti «a rimandare ad un decreto ministeriale le modalità di definizione di una nuova platea di massimo 55.000 lavoratori da tutelare in aggiunta ai 65.000 già definiti», ritenendo inconcepibile «che siano usati due pesi e due misure per lavoratori che hanno sottoscritto accordi identici e il dato più drammatico è che Governo e Maggioranza sono davvero anni luce lontani dal Paese reale».

Senza considerare che «la conseguenza di tutto questo sarà l’ulteriore necessità di utilizzare risorse per finanziare ammortizzatori sociali che, presumibilmente, costeranno di più delle pensioni d’anzianità che avrebbero dovuto essere erogate».