È Internet il mezzo di comunicazione preferito dalle imprese italiane nei rapporti con la pubblica amministrazione. Secondo i dati rilevati dal Censis e presentati insieme alla School of Management di Trento, infatti, con una media dell’82% le imprese italiane presenterebbero uno dei più alti livelli in Europa, dove la media si assesta sul 70%.
Il 74% delle imprese italiane utilizza il Web per la richiesta di informazioni alle PAL e per l’acquisizione di moduli nel 71% dei casi, contro una media Ue del 63% in entrambi i casi.
In compenso, però in Italia, i costi per avviare un’attività d’impresa sono tra i più alti fra i Paesi Ocse. Seconda solo alla Grecia, l’Italia far registrare un costo medio di 5.681 dollari, contro i 1.960 della Germania, i 347 della Francia, i 318 degli Stati Uniti, i 285 del Regno Unito.
Inoltre, nel 2009 l’Italia è stato il Paese in cui imposte e contributi hanno avuto il peso maggiore sulle imprese con una percentuale del 76,2% dei profitti, un’incidenza superiore a quella di Francia (66,3%), Stati Uniti (46,2%), Regno Unito (35,7%) e Irlanda (28,9%).
Ma i primati negativi del nostro Paese non finiscono qui: circa 15 i pagamenti annui che un’impresa italiana versa al Fisco; tempi burocratici tra i più lunghi (circa 257 giorni per ottenere l’autorizzazione per costruire un capannone industriale contro i 144 del Regno Unito, i 137 della Francia, i 100 della Germania, i 40 degli Stati Uniti); lunga durata delle azioni di tutela dei contratti commerciali (1.210 giorni, circa quattro anni, contro i 404 del Regno Unito, i 394 della Germania, i 331 della Francia e i 300 degli Stati Uniti).