La crisi si fa sentire pesantemente in tutta Europa, dove si registra nel mese di marzo un drastico calo degli indici Esi (Economic Sentiment Indicator) e Bci (Business climate indicator) con i quali la Commissione Ue misura fiducia e clima imprenditoriale.
Nell’Eurozona l’Esi è ha segnato -0,7 punti arrivando a quota 64,6; nella Ue a 27 lo stesso indice è sceso a -0,6 punti arrivando a quota 60,3.
Livelli così bassi non si raggiungevano dal gennaio 1985 e l’Italia si colloca in fondo alla classifica dei paesi europei, con indice a quota -4,5 punti passando dai 71,6 punti di febbraio agli attuali 67,1.
Situazione che risulta ancor più grave se confrontata con paesi come Gran Bretagna d(-0,4 punti), Germania (-0,8 punti) o Francia e Polonia (-1 punto).
Le cose vanno meglio in Olanda, dove si vive un leggero miglioramente, pari a 1,3 punti,m e in Spagna con lo 0,8. La Repubblica Ceca è l’unico tra i Paesi della cosiddetta “Nuova Europa” a far registrare una significativa ripresa della fiducia, indicata dall’indice Esi, di 1,9 punti in più rispetto al mese di febbraio.
Nella zona dell’Euro il Bci ha fatto registrare un calo del -3,58 contro il -3,40 di febbraio, il -2,92 di gennaio ed il +0,8 di marzo 2008. Un calo che riflette il deterioramento di tutti e cinque gli elementi che compongono l’indice. Un crollo strettamente legato ai risultati negativi della produzione industriale di febbraio.