Imprenditori, manager e professionisti si incontrano, in veste informale, per confrontarsi sui temi caldi del business ai tempi della crisi e delle tecnologie 2.0: è l’Open Coffee Club, che dopo Milano è da poco approdato anche a Roma per chiamare a raccolta gli uomini di impresa che vogliono scambiare idee e riflessioni sulle opportunità del mercato.
Dall’avvio di impresa all’ingresso in nuovi mercati, dai nuovi progetti d’innovazione all’internazionalizzazione, dagli strumenti IT per l’azienda alle opportunità di finanziamento.
Il modello su cui si basa il Club prevede incontri periodici all’insegna del cosiddetto “business networking“, insomma del fare rete anche fuori dalla Rete in nome dell’innovazione e dell’imprenditorialità.
«Una nuova community che si cala nella realtà imprenditoriale romana per valorizzarne l’economia locale», questa la definizione della versione capitolina dell’Open Coffee Club secondo Federico Fuscaldi, uno dei membri e promotori dell’iniziativa che coniuga interesse tecnologico-scientifico e cultura imprenditoriale.
Ma da dove arriva questo format così semplice e funzionale? Da Londra, che a tenuto a battesimo il primo Coffee Club circa due anni fa, per poi veder sorgere nuovi punti in tutto il mondo: oggi se ne contano 83.
Un vero e proprio network di respiro internazionale che accoglie non solo nuovi e storici imprenditori ma che richiama anche investitori e business angels che, grazie al capitale di rischio possono tradurre una buona idea in un successo di mercato.
Il Club romano è aperto e annovera già decine e decine di adesioni: strumento 2.0 per consolidare la “rete”, manco a dirlo è il Web 2.0. Per la precisione il social network professionale Linkedin. Da qui, ben presto, decolleranno i primi incontri reali dopo quelli virtuali, a compendio delle informazioni disponibili sul portale del Club rivolto agli imprenditori romani.