È stato presentato ieri dalla Camera di Commercio di Milano, in occasione del
Promo day, il Terzo Rapporto Nazionale sulla soddisfazione delle Piccole e Micro imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione redatto da Promo PA Fondazione.
Tra i dati emersi l’allarmante constatazione che ammonterebbe a 10 miliardi di euro il costo della burocrazia per le 990 mila piccole e micro imprese che costituiscono la base del sistema italiano. Le piccole e microimprese valgono infatti nel sistema Italia il 95% del totale, rappresentando l’ossatura del nostro Paese.
Dal campione analizzato di 1225 imprese di tutto il Paese, risulta un rapporto con la PA che vive di luci e ombre. La PA peserebbe per il 4,6% sul PIL italiano, superiore alla media europea che è del 3,5%.
Nello specifico, per le imprese con meno di 50 dipendenti la spesa annua – sia interna per il personale che per le consulenze esterne – è di 12.511 euro. In generale le imprese italiane perdono in pratiche burocratiche una media di 25,8 giornate/uomo all’anno.
Il grado di soddisfazione medio, in una scala da 1 a 10 – per i piccoli imprenditori è pari a 4,4.
Unico esempio virtuoso sembra essere Parma, almeno a quanto espresso dallo stesso presidente del Consiglio comunale Elvio Ubaldi, durante il Promo Day di Milano, in merito allo sportello unico delle imprese del Comune di Parma. Il progetto nato nel 2005 per facilitare la concessione di autorizzazioni e licenze per costruire, ampliare e realizzare nuove imprese.
Il vero problema della burocrazia risiederebbe nella presenza di competenze sovrapposte e non chiare, che spesso portano a conflitti di cui paga lo scotto il sistema imprenditoriale e quindi lo sviluppo e la mancata ricchezza dell’intero Paese.
Per invertire la tendenza la strada sembra essere quella della semplificazione e dell’innovazione. Ben il 79,6% degli imprenditori ritiene che l’aumento degli oneri amministrativi dell’ultimo triennio sia dovuto in particolar modo alle norme divenute sempre più numerose e complesse.
È la stessa Commissione Europea a stimare un beneficio pari all’1,7% sul PIL derivante da un taglio del 25% degli oneri dovuti alla PA. Un beneficio che raggiungerebbe invece il +1,85% sul fatturato delle imprese secondo il “Terzo Rapporto Nazionale sulla soddisfazione delle Piccole e Microimprese” a fronte dello stesso taglio.