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Part-time per la pensione al capolinea

di Noemi Ricci

Pubblicato 5 Febbraio 2018
Aggiornato 10 Febbraio 2018 18:34

Ultimo anno per i lavori dipendenti del settore privato per poter richiedere il part-time agevolato in attesa della pensione di vecchiaia: dettagli e requisiti.

Introdotto nel 2016 con la Legge di Stabilità annuale (legge 208/2015), come formula sperimentale per flessibilizzare l’uscita dal mercato del lavoro, il par-time agevolato pre-pensione per i lavoratori dipendenti del settore privato non è stato poi ulteriormente prorogato, dunque questo è l’ultimo anno in cui si potrà sfruttare tale opzione.

Requisiti

Per accedere alla pensione anticipata con part -time agevolato viene richiesto il raggiungimento del requisito anagrafico per le pensione di vecchiaia di 66 anni e 7 mesi di età, entro il 31 dicembre 2018.

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Part-time agevolato

Si tratta in particolare della possibilità per i lavoratori dipendenti del settore privato a tempo indeterminato prossimi alla pensione di trasformare, a seguito di un accordo con il datore, il rapporto di lavoro in part-time, con una riduzione dell’orario di lavoro tra il 40 ed il 60% dell’orario pieno, in attesa di maturare la pensione di vecchiaia.

In questo modo si può ridurre il carico del lavoro, pur senza lasciarlo completamente, in vista della pensione senza incorrere in una riduzione del trattamento pensionistico e contenendo la riduzione dello stipendio per effetto della trasformazione.

Contribuzione in busta paga e figurativa

In caso di trasformazione del contratto di lavoro in part-time agevolato pre-pensione, il datore di lavoro corrisponde direttamente in busta paga, completamente esentasse, la contribuzione non più versata all’INPS, mentre la contribuzione figurativa piena ai fini della pensione viene garantita dello Stato.

=> Pensioni, part-time agevolato anche per studi professionali

Part-time agevolato senza proroghe

Un meccanismo non troppo apprezzato dai datori di lavoro che hanno mostrato una certa resistenza nel concedere tale part-time, dovendo pagare al dipendente si una quota ridotta dello stipendio ma con un aggiunta corrispondente alla contribuzione non versata all’INPS.

La misura non è stata quindi prorogata con la Legge di Bilancio 2018 proprio a causa delle scarse adesioni registrate dal 2016, determinata sia dalle resistenze dei datori di lavoro a consentire la trasformazione del rapporto di lavoro in part-time e che da una platea di potenziali beneficiari che vede esclusi tutti i lavoratori del pubblico impiego e coloro che maturano il requisito contributivo per la pensione anticipata prima della pensione di vecchiaia.