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Ottava salvaguardia esodati, platea e risorse

di Barbara Weisz

Pubblicato 29 Settembre 2016
Aggiornato 6 Ottobre 2016 10:04

Il Governo conferma la volontà di attuare un'ottava salvaguardia esodati, se ci sono i fondi già con la Legge di Stabilità: le anticipazioni.

Nella Legge di Stabilità (Legge di Bilancio) dovrebbe trovare posto l’ottava salvaguardia esodati, finanziata con le risorse avanzate dai precedenti sette provvedimenti: lo conferma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini. Certo, prima bisogna capire bene quante risorse ci sono e quanto è ampia la platea degli interessati.

«c’è un confronto aperto: tutte le risorse stanziate nel fondo vanno monitorate per poi essere reinvestite su quelle platee».

=> Ottava salvaguardia per 15mila esodati esclusi

In base ai primi dati, «ci sono delle risorse, ma prima di fare promesse serve capire la platea aggiuntiva». Sull’ottava salvaguardia esodati, lo ricordiamo, c’è una legge in commissione Lavoro alla Camera, che era rimasta ferma in attesa di sviluppi sul fronte Riforma Pensioni. Il capitolo, come si evince dal verbale di intesa siglato, non è stato però trattato.

=> Ottava salvaguardia esodati: il ddl Damiano Gnecchi

Le parole di Nannicini, dunque, sono rilevanti perché indicano la volontà dell’esecutivo di affrontare il tema in vista della Legge di Stabilità, anche al di fuori dello schema di riforma pensioni.

Per quanto riguarda la quantificazione della platea, la legge ferma alla Camera tutelerebbe circa 32mila esodati, che maturano il diritto alla pensione entro il 2019 e che al momento non sono salvaguardati.

Diverse le stime fornite dal sottosegretario al Welfare, Massimo Cassano, in sede di interrogazione parlamentare, secondo il quale sono 15mila gli esodati esclusi per mancanza di requisiti dalle sette salvaguarie: 1.542 esodati che hanno una contribuzione insufficiente per il diritto alla pensione; 1.779 che non hanno una delle condizioni accessorie previste dai singoli provvedimenti; 14.010 che non sono riusciti a entrare nelle precedenti tutele perché di fatto maturano troppo tardi il diritto all’assegno previdenziale.

La differenza potrebbe risiedere nel fatto che le cifre fornite da Cassano si riferiscono a esodati che hanno provato a fare domanda nell’ambito dei provvedimenti approvati e la cui istanza è stata respinta, mentre il disegno di legge presentato alla Camera comprende tutti coloro che maturano la pensione entro il 2019.