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Pensioni, rivalutazioni più alte dal 2019

di Barbara Weisz

Pubblicato 4 Ottobre 2016
Aggiornato 21 Ottobre 2016 09:25

Rivalutazione pensioni ai livelli pre-Fornero dal 2019 nell'accordo tra Governo e Sindacati sulla Riforma 2017: ecco come si calcola, chi ci perde e chi ci guadagna.

E’ uno dei punti dell’accordo Governo – Sindacati sulla Riforma Pensioni: a partire dal 2019, le rivalutazioni delle pensioni saranno più favorevoli, perché si tornerà al meccanismo precedente alla Riforma Fornero. E’ inserito nella fase 2 del programma: il Governo s’impegna

«a introdurre un sistema di perequazione basato sugli scaglioni di importo, confermando a partire dal 2019 il ritorno al meccanismo già previsto dalla legge 388/2000.

=> Accordo di Riforma Pensioni: calendario misure

Attualmente e fino al 2019, gli indici di rivalutazione delle pensioni sono ridotti nella seguente misura (in base all‘articolo 1, comma 483 della legge 147/2013):

  • indicizzazione piena per le pensioni fino a 3 volte il minimo,
  • rivalutazione al 95% per i trattamenti tra 3 e 4 volte il minimo,
  • rivalutazione al 75% tra 4 e 5 volte il trattamento minimo,
  • rivalutazione al 50% tra 5 e 6 volte il minimo,
  • rivalutazione al 45% per gli assegni oltre 6 volte il minimo.

Dal 2019, si torna a indici di rivalutazioni pi alti: restano indicizzati pienamente gli assegni fino a tre volte il minimo, si scende poi al 90% fra 3 e 5 volte il minimo e al 75% per i trattamenti sopra 5 volte il minimo.

Importo pensione Rivalutazione attuale Rivalutazione dal 2019
fino a 3 volte il minimo 100% 100%
fra 3 e 4 volte il minimo 95% 90%
fra 4 e 5 volte il minimo 75% 90%
sopra 5 volte il minimo 50% 75%

Come si vede, il nuovo meccanismo è più conveniente per tutte le fasce di importo tranne quella fra 3 e 4 volte il minimo, che con l’attuale normativa vede la rivalutazione al 95% e dal 2019 scenderà al 90%. In tutti gli altri casi, invece, le nuove rivalutazioni sono più alte.

Altra novità, sempre in base al nuovo accordo, si torna al meccanismo di calcolo in base alle fasce di importo, abbandonando gli scaglioni introdotti dalla legge 147/2003. Si tratta di una questione tecnica, che riguarda il modo di applicare l’inflazione, però comporta un vantaggio per il pensionato rispetto all’attuale sistema di calcolo.

Infine, c’è l’impegno a mettere a punto un indice diverso da applicare alla rivalutazione pensioni, che tenga maggiormente conto dei consumi dei pensionati. E si valuta la possibilità di recuperare parte della mancata indicizzazione ai fini della rivalutazione una tantum del montante nel 2019.