APE, e interventi su pensioni minime, cumulo contributi e lavori usuranti saranno inseriti nella Legge di Bilancio (Fase 1); le altre misure dell’intesa tra Governo e Sindacati dal 2017 in poi (Fase 2). Lo prevede l’accordo siglato il 28 settembre, al termine di un tavolo negoziale durato quattro mesi, sulla Riforma delle Pensioni:
«adottare alcune delle misure elencate di seguito già a partire dalla prossima legge di bilancio (“fase I”) e tenere aperto un confronto costruttivo e di merito su ulteriori interventi di riforma previdenziale nel corso del 2017 (“fase II”).
=> Riforma Pensioni: l’intesa governo – sindacati
Misure Fase 1
APE (sperimentale per due anni): anticipo pensionistico per ritirarsi su base volontaria a 63 anni (invece che a 66 anni e 7 mesi). Il lavoratore riceve dall’INPS un prestito, da restituire in 20 anni quando si matura la pensione. Il trattamento è finanziato dalla banca (scelta del lavoratore), con cui è obbligatorio stipulare un’assicurazione (anche la compagnia si può scegliere) contro il rischio di morte prima della restituzione (premorienza), così da tutelare anche gli eredi. Tendenzialmente, la restituzione peserà sulla pensione per circa il 5% annuo. L’APE sarà a carico dello Stato (APE sociale) per lavoratori in difficoltà (disoccupazione, lavori usuranti, problemi di salute, familiari disabili) o del datore di lavoro nel caso di ristrutturazione aziendale.
=> Pensione anticipata: simulazione costi APE
RITA: rendita integrativa anticipata, consente di riscattare la pensione complementare per avere una rendita temporanea nel periodo che manca alla pensione. Previste agevolazioni fiscali e incentivi per sfruttare il TFR accantonato in azienda.
Pensioni minime: quattordicesima ai pensionati fino a 2 volte il minimo (circa 1.000 euro al mese), oggi destinata a trattamenti fino a 1,5 volte il minimo (750 euro al mese), con aumento dell’assegno per chi già lo percepisce; innalzamento no tax area a 8.125 euro per i pensionati sopra i 75 anni.
Cumulo contributi: applicazione del cumulo per raggiungere la pensione anticipata, contando anche il riscatto della laurea, sempre con calcolo della pensione pro-rata in base alle regole delle diverse gestioni.
=> Cumulo contributi per la pensione anticipata
Lavoratori precoci: pensione con 41 anni di contributi per chi ha almeno 12 mesi di contributi versati prima del compimento del 19esimo anno di età e svolge attività particolarmente gravose (da definire in sede di negoziato), niente più penalità per chi si ritira prima dei 62 anni.
Lavori usuranti: anticipo di 12 o 18 mesi sull’attuale età pensionabile (si eliminano le finestre mobili) per chi ha svolto lavori usuranti per almeno 7 anni negli ultimi 10 di vita lavorativa, oppure per la metà degli anni dell’intera vita lavorativa. Niente adeguamento alle aspettative di vita dal 2019 (per gli altri lavoratori ci sarà invece il nuovo scatto INPS) e semplificazioni burocratiche.
Fase 2
Dal 2017 ci si concentrerà sulla futura sostenibilità ed equità del sistema previdenziale con:
ulteriori misure di riforma del calcolo contributivo per renderlo più equo e flessibile e assicurare l’adeguatezza delle pensioni future dei giovani con redditi bassi e carriere discontinue e su ulteriori stimoli alla previdenza integrativa.
- Pensione contributiva di garanzia per pensioni medio-basse;
- scaglioni previdenziali con sistema di perequazione, rivalutazione più rappresentativa, recupero mancate rivalutazioni;
- previdenza complementare;
- flessibilità in uscita con diversa soglia minima (oggi a 2,8 volte l’assegno sociale);
- lavoro di cura ai fini previdenziali;
- adeguamento aspettative di vita differenti per alcune categorie di lavoratori (anche in base alle raccomandazioni OCSE);
- separazione assistenza e previdenza ai fini statistici.