Rispetto alle nuove norme CEI 0-21 per il Fotovoltaico l’AEEG (Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas) non ha apportato alcun cambiamento, nonostante le numerose proteste e richieste di proroga fino al Quinto Conto Energia a fronte dell’oggettiva difficoltà di reperire dispositivi conformi con la nuova direttiva.
Sul mercato scarseggiano i sistemi di protezione di interfaccia in bassa tensione previsti per gli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 6 kW dall’allegato A70 al codice di rete di Terna e dalla norma CEI 0-21. Dispositivi che dal 1° luglio 2012 sono diventati obbligatori, in seguito alla Delibera 84/12 dell’AEEG.
L’AEEG ha dichiarato che di fronte alla difficoltà di reperire dispositivi idonei e di protezione omologati e alla denuncia degli operatori della filiera del Fotovoltaico di forti speculazioni sul prezzo dei pochi apparati disponibili l’unica cosa che è possibile fare è una segnalazione al Ministero dello Sviluppo Economico e all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ma non è possibile rinviare l’entrata in vigore della norma CEI 0-21.
Il silenzio da parte dell’Autorità della possibilità sulla richiesta di far slittare il termine del nuovo regolamento tecnico che impone l’uso delle protezioni SPI sui pannelli solari, dopo aver preso atto della carenza di tali dispositivi, è stato giudicato inammissibile di associazioni come AES (Azione Energia Solare) e ANIE/GIFI.
Il presidente di ANIE/GIFI,Valerio Natalizia , ha ancora una volta sottolineato come questa intransigenza metta a rischio milioni di euro di investimenti nel fotovoltaico: «cosa che non possiamo permetterci in questa delicatissima fase di crisi finanziaria pena il definitivo affossamento dell’industria fotovoltaica italiana».
Senza considerare che questi sistemi «non nascono per la salvaguardia del sistema elettrico nazionale. È ben noto infatti che l’obbligo di tali dispositivi sulla rete di bassa tensione nasce dall’esigenza di garantire il distacco completo e non parziale dell’impianto in occasione di perturbazioni sulla rete di bassa tensione, cosa certamente importante ma meno urgente della prima».
ANIE/GIFI chiede pertanto al Ministero dello Sviluppo Economico di intervenire «a tutela e salvaguardia di centinaia di impianti già realizzati che rischiano a questo punto di non poter accedere a nessuna tariffa incentivante».
Rischio legato all’impossibilità per migliaia di impianti fotovoltaici già pronti per essere allacciati in rete usufruendo degli ultimi incentivi del Quarto Conto Energia. Aspettare fine agosto perché vengano immessi nuovi dispositivi conformi sul mercato significa allacciare gli impianti quando sarà in vigore il Quinto Conto Energia che, si sa, prevede incentivi rimodulati e molta più burocrazia.
Giorgio Ruffini, presidente AES, ha infine richiesto un incontro all’Autorità per conoscere le ragioni tecniche, documentate, di questa scelta.