Viaggiano in parallelo la legge di conversione del decreto Sostegni e la definizione del decreto Imprese (Sostegni bis) con i nuovi ristori: le proposte di modifica al primo potrebbero confluire nel secondo per sveltire i tempi. Sembra infatti probabile che si scelga lo strumento legislativo più veloce in considerazione delle riaperture delle attività economiche il 26 aprile. Il decreto Imprese, o Sostegni bis, una volta approvato in Consiglio dei Ministri e pubblicato in Gazzetta Ufficiale entrerà subito in vigore. Quindi, le sue misure sarebbero operative dai primi di maggio.
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Taglio costi fissi
Fatta questa premessa, vediamo quali sono gli emendamenti presentati al Senato, che rappresentano un’importante indicazione sulle richieste delle forze politiche. Le misure che si incrociano tra i due provvedimenti riguardano il taglio ai costi fissi delle imprese colpite dalle restrizioni anti Covid, su cui il Governo ha anticipato l’intenzione di spendere circa 15 miliardi di euro. Gli emendamenti propongono: esenzioni fiscali TOSAP e COSAP per tutto il 2021 e sugli affitti non pagati ai proprietari di immobili, sconti IMU, TARI e canone RAI, cedolare secca sugli immobili commerciali e proroga moratoria mutui per le PMI. Tutte queste misure potrebbero confluire del Decreto Sostegni bis per le Imprese, per entrare subito in vigore.
Per altri emendamenti c’è meno fretta. In particolare per quanto riguarda la proroga del blocco dei licenziamenti a fine ottobre per tutti e l’estensione del Superbonus 110 fino a dicembre 2023. Considerata la complessità della materia e l’orizzonte temporale più ampio, è plausibile che tali misure rientrino nell’iter di conversione del decreto Sostegni, che sarà ancora lungo dovendo terminare il passaggio in commissione al Senato, la discussione e approvazione in Aula ed infine fare un ulteriore passaggio alla Camera.
Blocco licenziamenti
Il blocco dei licenziamenti attualmente è previsto fino al 30 giugno, esteso fino al 31 ottobre solo per le imprese che utilizzano cassa integrazione in deroga e FIS (Fondo di integrazione salariale). L’emendamento presentato al Senato ne chiede il prolungamento per tutte le aziende fino al 31 ottobre, con l’estensione a fine anno per le aziende che non utilizzano gli ammortizzatori sociali ordinari.
Al momento sono emendamenti presentati, non ancora approvati. La questione è anche al centro di un tavolo con le parti sociali aperto al Ministero del Lavoro, che vede i sindacati favorevoli al prolungamento ma Confindustria contraria. Interlocutoria la posizione del Governo, che in base alle notizie che filtrano avrebbe sottolineato l’esigenza di «discutere gli scenari possibili piuttosto che rincorrerli», precisando che «il tema è come si affrontano le scadenze di luglio e di ottobre del blocco dei licenziamenti», per capire se ci sono strumenti da mettere in campo per tornare alla normalità.
Superbonus 110
Per quanto riguarda il Superbonus al 110%, il dibattito sulla proroga è aperto nell’ambito di vari tavoli, ma anche in questo caso il punto centrale è dato da tempistiche e strumento legislativo: il Superbonus è utilizzabile, a legislazione vigente, fino al 30 giugno 2022 (oppure, in specifici casi, a fine 2022 o al 30 giugno 2023). Quindi non c’è fretta di approvare la proroga, che potrebbe essere inserita nella legge di conversione del dl Sostegni oppure essere prevista più avanti, per esempio nella prossima Legge di Bilancio 2022. Fra l’altro, nel frattempo verrà messa a punto una riforma fiscale, con la quale coordinare tutte le attuali normative sulle detrazioni fiscali.