Categorie protette: l’orario di lavoro

di Noemi Ricci

Pubblicato 23 Marzo 2017
Aggiornato 24 Marzo 2017 09:27

Vincoli ed possibili esoneri in materia di orario di lavoro per le categorie protette: la normativa completa.

In tema di collocamento di lavoratori appartenenti alle categorie protette (disabili) come definite dalla Legge 68/99, la legge prevede specifici vincoli per i datori di lavoro privati e pubblici che impiegano oltre 15 unità. Non sono tuttavia contemplate specifiche agevolazioni per l’orario di lavoro della persona con disabilità.

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La Legge 104/1992 prevede che il lavoratore disabile possa usufruire alternativamente dei permessi di 3 giorni mensili o di permessi orari giornalieri nella seguente misura:

  • due ore al giorno per un orario giornaliero di sei ore;
  • un’ora al giorno per un orario giornaliero inferiore alle sei ore.

L’orario di lavoro, come per gli altri dipendenti, può essere ridotto con il part-time ma, per le categorie protette, non sono previste particolari forme di esonero da turni, lavoro notturno, orario spezzato e così via, diverse da quelle previste per la generalità dei lavoratori.

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L’idoneità alla specifica tipologia di lavoro, ad esempio a quello notturno o allo svolgimento di turni, deve essere emesso da organismi preposti al controllo delle condizioni di salute dei lavoratori (Azienda Sanitaria, Commissioni Mediche di Verifica) o dal Medico Competente nello svolgimento dei suoi compiti di sorveglianza sanitaria in base alla normativa sulla tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (art. 41 del Decreto Legislativo n. 81/2008).

Eventuali esoneri per il lavoratore appartenente ad una categoria protetta dal lavoro notturno o dai turni potrebbero tuttavia essere richiesti all’atto dell’assunzione o nella convenzione tra il datore di lavoro e il Servizio di collocamento che ha dato luogo all’assunzione in base alle norme sul diritto al lavoro dei disabili che prevedono il collocamento mirato.

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Alcuni contratti di lavoro prevedono criteri di flessibilità per la strutturazione dell’orario che tengano conto, compatibilmente con la organizzazione del lavoro, della condizione di svantaggio personale, sociale e familiare dei lavoratori, compresi quelli disabili. Dunque, per conoscere i propri diritti in termini di orario di lavoro è necessario verificare quanto previsto dal contratto di riferimento, eventualmente consultando le organizzazioni sindacali.