Internet in Italia raggiunge un traguardo storico in questo 2011: l’anno in corso vede per la prima volta il superamento della soglia del 50% della popolazione che naviga sul web. Per la precisione, è pari al 53,1% il numero di connazionali che sono collegati in rete. Il dato emerge dal rapporto Censis-Ucsi dedicato a “I media personali nell’età digitale”, che è stato presentato in Senato.
A far la parte del leone sono i giovani, è online l’87,4% di coloro che hanno fra i 14 e i 29 anni, mentre fra i 65 e gli 80 anni la quota scende al 15,1%. Rilevante anche il livello di istruzione, con il 72,2% delle persone con alti titoli di studio in internet contro il 37,7% di coloro che sono meno scolarizzati.
Cresce notevolmente la popolarità dei social network, il 67,8% (fra i giovani, il 91,8%) ne conosce almeno uno, dato che corrisponde a 33,5 milioni di persone. Il più popolare è Facebook, 65,3%, seguito da YouTube, 53%, Messenger, 41%, Skype, 37,4% e Twitter, 21,3%. Ma, e qui forse c’è una piccola sorpresa, il social network più utilizzato non è quello fondato ma Mark Zuckberger, secondo con il 49%, ma YouTube, frequentato dal 54,5% degli italiani che accedono alla rete.
Cosa fanno gli italiani online? Principalmente cercano una località o indirizzo, il 37,9% lo ha fatto almeno una volta nell’ultimo mese, spesso con smartphone o tablet. Seguono l’ascolto di musica, 26,5%, l’home banking, 22,5%. L’e-commerce si conferma ancora indietro: il 19,3% dichiare di fare acquisti, il 18% prenota viaggi, il 6,2& acquista libri o dvd. Cosi’ come sono relativamente basse le cifre di chi sbirga online pratiche amministrative, 9,7%, oppure prenota visite mediche, 3,9%.
Quanto alle opinioni, l’83,8% degli italiani riconosce a Internet il merito di permettere a chiunque di esprimersi liberamente, ma l’83,3% lamenta che sul web circola troppa “spazzatura”. Fra le critiche, il fatto che internet generi una cultura superficiale, 50,9%, e appiattisca la creatività, 47,8%.
E veniamo al lungo capitolo dedicato all’informazione. Innanzitutto, il 78,8% pensa che l’accesso ai contenuti in rete debba essere gratuito, mentre il 25,2% ritiene giusto pagare per contenuti di qualità.
Il media più potente si conferma la televisione. L’80,9% degli italiani si informa attraverso i telegiornali, che sono la fonte prinicpale anche fra i giovani, dove però la percentuale scende al 69,2%. Un numero molto vicino al 65,7% raggiunto dai motori di ricerca e3 al 61,5% di Facebook. Ma questo succede, appunto, fra i giovani. In generale, dopo i tg vengono i giornali radio, 56,4%, quindi i quotidiani, 47,7% e i periodici, 46,5%, poi il televideo, 45% e infine i motori di ricerca, 41,4%, i siti web di informazione, 29,5%, Facebook, 26,8%, e i quotidiani online, 21,8%.
Si conferma la crisi della carta stampata, con i quotidiani che perdono il 7% dei lettori fra il 2009 e il 2011 e il 19,2% rispetto al 2007. Leggera crescita, +1,8%, per le free press mentre resistono i periodici soprattutto grazie alle donne: una su tre legge i settimanali contro un uomo su cinque. I libri mantengono un 56,2% di utenza mentre gli e-book non decollano, vengono letti dall’1,7%.