La Corte UE ha definito irregolare il sistema italiano sul quale si basano le supplenze della scuola, una normativa non conforme all?accordo quadro dell?Unione Europea sul lavoro a tempo determinato.
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La sentenza, giunta dopo cinque anni dal ricorso promosso dall?Anief, riguarda i precari della scuola e il rinnovo illimitato dei contratti a termine nelle scuole statali in violazione della Direttiva 1999/70/CE.
«La normativa italiana sui contratti di lavoro a tempo determinato nel settore della scuola è contraria al diritto dell?Unione. Il rinnovo illimitato di tali contratti per soddisfare esigenze permanenti e durevoli delle scuole statali non è giustificato.»
Per circa 250mila precari, la sentenza potrebbe significare la stabilizzazione o la concessione di un risarcimento (che riguarderebbe anche gli anni di anzianità maturati tra il 2002 e il 2012 dopo i primi due anni di servizio, oltre alle mensilità relative ai mesi estivi su posto vacante).
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Se per l?Anief si tratta di una decisione storica e destinata a chiudere definitivamente la questione “precariato? nella scuola pubblica, il Ministro dell?Istruzione Stefania Giannini sottolinea come i contenuti della “Buona Scuola? siano perfettamente allineati con quanto sancito dalla Corte UE considerando sia il piano di assunzioni straordinario che, a partire da settembre 2015, dovrebbe portare all?assunzione di 150 insegnanti, sia i futuri concorsi pubblici mirati fissati a cadenza regolare.