A meno di 24 ore dalla conclusione dello sciopero dei trasporti pubblici che ha paralizzato le città italiane il 2 ottobre, l?Autorità di Garanzia ha annunciato l?avvio di un?inchiesta per verificare il rispetto delle prestazioni minime indispensabili.
Una decisione che nasce dai pesanti disagi che hanno colpito soprattutto Roma e Milano, dove lo sciopero dei mezzi pubblici ha provocato tensioni e perfino alcuni episodi di malore ai danni dei passeggeri della linea rossa della metropolitana.
Lo sciopero nazionale del trasporto pubblico è stato proclamato da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Trasporti e Faisa-Cisall per protestare contro il mancato rinnovo del contratto di lavoro scaduto ormai dal 2007. Inevitabile, quindi, l?elevata adesione alla protesta, tuttavia i forti disagi che si sono verificarti hanno spinto le Associazioni dei consumatori a schierarsi al fianco dei cittadini denunciando inadempienze e chiedendo un incontro con il Governo, fissato per il prossimo 7 novembre.
Una gestione “selvaggia? dello sciopero che ha destato il malcontento non solo degli utenti e delle Associazioni aderenti a Casper-7 (Assoutenti, Casa del Consumatore, Codacons, Codici, Confconsumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori), ma anche dello stesso presidente dell’Autorità di Garanzia sugli scioperi Roberto Alesse, il quale ha reso nota la volontà di accertare eventuali inadempienze da parte del personale in sevizio nel corso delle fasce garantite, come si legge in una nota:
«Le moltissime segnalazioni giunte all’Autorità indicano, soprattutto nelle grandi città, il mancato rispetto del servizio nelle fasce protette, fatto che, se accertato, obbligherebbe l’Autorità ad applicare le sanzioni pecuniarie previste dalla legge.»
Una situazione giudicata dal Garante come inaccettabile in termini di “civile convivenza?, e questo nonostante le comprensibili ragioni dei lavoratori del settore dei trasporti pubblici che combattono contro un contratto collettivo scaduto da oltre cinque anni.