A Monza, la Camera di Commercio entra in carcere. Lo fa attraverso “Responsabilità sociale d’impresa e lavoro penitenziario”, un progetto che in realtà è più ampio e coinvolge le camere di commercio lombarde, la Regione, il Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria (PRAP): l’obiettivo è quello di favorire l’incontro fra il mondo delle carceri e quello delle imprese per agevolare il reinserimento lavorativo e sociale dei detenuti.
La Camera di Commercio di Monza nei mesi scorsi ha già svolto una mappatura delle competenze presenti fra i detenuti, e nei mesi di ottobre e novembre ci saranno una serie di incontri con imprese interessate al progetto, attraverso l’inserimento lavorativo dei detenuti oppure l’utilizzo degli spazi disponibili all’interno del carcere.
La Camera di Commercio ha anche fatto un’indagine: attualmente in Italia i detenuti che lavorano sono oltre 14mila. Il loro lavoro vale quasi 300 milioni di euro. E se, all’interno della popolazione carceraria, lavorassero tutti coloro che hanno la possibilità di farlo, il lavoro dei detenuti in Italia potrebbe valere più di 700 milioni di euro.
I dati emergono da un’elaborazione dell’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e Istat.
Fra i 14mila che lavorano, circa 2mila non sono alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria: 866 lavorano in istituto per cooperative o imprese, 785 sono semiliberi, 413 lavorano all’esterno.
La Camera di Commercio di Monza è partner del progetto “Responsabilità sociale d’impresa e lavoro penitenziario” insieme alle Camere di Commercio di Bergamo, Cremona e Milano.
Il personale dell’Agenzia regionale per la Promozione del Lavoro Penitenziario “ArticoloVentisette” è a disposizione delle imprese, profit e non profit, interessate al reinserimento di persone sottoposte a provvedimenti giudiziari, sono state anche preparate apposite pubblicazioni informative, e ci si può comunque rivolgere anche direttamente al personale degli istituti.
«Il sovraffollamento delle carceri e il “non lavoro” – ha dichiarato Renato Mattioni, Segretario Generale della Camera di commercio di Monza e Brianza – rappresenta un’emergenza sociale e un costo per la collettività. Il lavoro dei detenuti resta un elemento di integrazione oltre che una risorsa per la collettività che trasforma la detenzione in un percorso finalizzato al reinserimento nel sistema produttivo e sociale».