Dipendenti pubblici in calo, ma sale la retribuzione

di Alessandro Vinciarelli

16 Maggio 2011 09:30

Dipendenti pubblici, secondo uno studio della Cgia di Mestre dal 2001 al 2009 sono diminuiti del -3% la spesa è cresciuta del +30%. Il confronto con i dati tedeschi e francesi.

In flessione il numero di dipendenti pubblici in Italia: -3% tra il 2001 e il 2009, quasi 110.000 unità (3.526.586, contro il precedente 3.637.503). Cresce invece la spesa per le retribuzioni: +29,9% in termini assoluti e +8,3% al netto dell’inflazione (circa 13 miliardi). Sono i dati dello studio dalla Cgia di Mestre reso noto in questi giorni sul confronto tra il trend di spesa dei travet italiani con quelli francesi e tedeschi.

Dunque in Italia vi sono 58,4 dipendenti pubblici ogni 1000 abitanti. Numeri simili per la Germania con una proporzione di 55,4 ogni 1000 abitanti ed un totale di 4,5 milioni dipendenti pubblici. Diversa invece la situazione in Francia con un rapporto 80,8 su 1000 e 5,2 milioni di impiegati pubblici in totale.

Ma è soprattutto nel rapporto tra spesa per il personale pubblico e il pil che il nostro Paese si differenzia dagli altri simili in Europa. Questo infatti nella penisola è passato dal 10,5% del 2001 all’11,2% del 2009 (+0,7%), per un valore di 171 miliardi di euro, mentre in Francia si è stabilizzato e in Germania è diminuito dello 0,5% del pil.

Andando a confrontare la crescita delle retribuzioni per il pubblico impiego (in Italia al +29,9%), si osserva un +27,7% in Francia e un +6,9% in Germania; le crescite reali, quindi depurate dall’inflazione, sono state del +9,9% e -6,2% rispettivamente.

Se l’Italia fosse riuscita, come la Germania, a diminuire la massa retributiva in termini reali, saremmo riusciti a risparmiare nel 2009 22,9 miliardi di spesa pubblica, fermandoci a 148,1 miliardi e non 171.

«Si tratta di una simulazione che presenta ovviamente dei limiti di comparazione tra le istituzioni pubbliche dei due Paesi, ma che rende bene l?idea di quanto si possa ancora migliorare in Italia in questo settore, nonostante i progressi effettuati finora non siano affatto trascurabili» ha commentato Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA di Mestre.