Renata Polverini conosce bene Facebook, tanto da avere un profilo aggiornatissimo con quasi 5000 contatti e più di dodicimila fan. Ritiene il social network di grande utilità, ma ne ha vietato l’utilizzo durante l’orario di lavoro negli uffici della Regione Lazio.
«Avendo riscontrato un utilizzo ludico o, comunque, non attinente all’attività lavorativa della rete internet da parte dei dipendenti regionali – si legge nelle circolari del segretario generale Salvatore Ronghi – e verificato che l’impiego improprio di tali risorse pregiudica ed ostacola l’attività dell’amministrazione regionale, si richiede che venga inibito, a tutto il personale regionale e con la massima urgenza, l’accesso alla rete internet che non sia di stretta attinenza all’erogazione della prestazione lavorativa».
L’usanza riguardava il 70 per cento dei dipendenti (sono circa tremila gli impiegati in tutti gli uffici della Regione) e aveva già fatto preoccupare il ministro
Renato Brunetta che, avendo riscontrato tale abitudine negli uffici della pubblica amministrazione, aveva annunciato filtri sulle connessioni delle postazioni pubbliche.
Le iniziative inibitorie ora si fanno concrete, ma dallo staff della presidenza ci tengono a ribadire che «non c’è spirito punitivo», l’obiettivo sarebbe semplicemente di «evitare sprechi e utilizzare meglio le risorse riconducendo l’uso di internet agli scopi cui sono preposti i nostri impiegati e responsabili di settore».
Lo scorso 15 gennaio perfino la sede nazionale del Pd in via Sant’Andrea delle Fratte, a Roma, aveva vietato ai propri impiegati la navigazione su Facebook, salvo poi ripensarci il giorno dopo. Divieto già in atto invece per i dipendenti di Poste Italiane, Provincia di Milano, Regione Lombardia, forze dell’ordine, sindacati e comuni.