Il ministro del Turismo ha dato mandato all’Avvocatura dello Stato di procedere contro i responsabili del grave danno d’immagine arrecato al nostro Paese attraverso un’applicazione per lo smartphone della Apple che etichetta la Nazione come patria esclusiva di pizza, mafia, pasta e scooters. «Si tratta – dice Brambilla – di una rappresentazione offensiva e inaccettabile dell’Italia, che è faro nel mondo per storia, cultura e stile».
A segnalare l’infelice associazione di idee è stato il comitato di vigilanza sulla tv e sui media “Osservatorio Antiplagio“, con una lettera inviata al ministro del Turismo in cui si denunciava che in un’applicazione della “MYW Productions” per iPhone, iPod e iPad chiamata “What Country“, per viaggiare stando comodamente seduti in poltrona, si identificava l’Italia con alcuni stereotipi, calcando la mano sull’etichetta della “mafia”.
Nella scheda di presentazione dell’app, infatti, si legge tuttora: «La mafia in Italia è grande. Nessuna sorpresa! È nota come Cosa Nostra. Le altre sono la camorra e la ‘ndrangheta. La mafia italiana forse è meglio conosciuta per le sue tradizionali attività criminali, come l’estorsione e il racket della prostituzione. La mafia oggi in Italia, tuttavia, è diventata molto più sofisticata e ha diversificato il suo portafoglio di attività criminali. La mafia in Italia costituisce una formidabile forza economica che rappresenta circa il 10% del Pil. Il fatturato annuo della mafia italiana è stimato intorno a 10 miliardi di euro».
A realizzare il software è una azienda bielorussa, Apalon, che fa capo al gruppo MoveYourWeb (MYW), con sede a Minsk. Nel catalogo delle applicazioni targate Apalon, si trovano per lo più giochi conditi da violenza gratuita e goliardia spicciola. In “100 Nazi Scalps“, ad esempio, non è sufficiente uccidere i nazisti, ma è importante tagliargli la testa per prendere più punti. In “Drunk Sniper” occorre invece riuscire a centrare un gabinetto aperto durante la minzione a seguito di una sbronza. E non poteva mancare l’ennesima versione del generatore di rumori intestinali, “Doodle Farter”, ora diventato gioco a punti.
L’iniziativa legale avviata dal ministro ha avuto il pregio di mettere dalla stessa parte governo e opposizione. Laura Garavini, capogruppo del Pd in commissione Antimafia, ha annunciato la presentazione di un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno. «Ora ci aspettiamo – ha puntualizzato – che l’azione del governo sia incisiva, cioè che ottenga da Apple la rimozione dell’applicazione che non solo offende il nostro paese ma, soprattutto, utilizza la mafia come marchio per vendere, facendo così pubblicità al crimine».
L’azione legale nei confronti di Apple – ha poi ricordato il ministro Brambilla – è stata avviata anche nel rispetto delle deleghe affidatele dal governo per la tutela e il rilancio dell’immagine dell’Italia e del Made in Italy.