Dal 2010 al 2017 il numero di dipendenti attivi presso le varie strutture del Sistema Sanitario Nazionale è passato da oltre 707.000 unità a poco meno di 670.000. Un calo sensibile messo in evidenza dal Centro Studi Nebo attraverso la rielaborazione dei dati emersi dal Conto Annuale del Personale della Pubblica Amministrazione, stilato dalla Ragioneria Generale dello Stato.
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Il Rapporto Sanità 2019 segnala una riduzione del personale sanitario media pari al 6,6% in Italia, prendendo in esame Aziende USL, Ospedaliere e Regionali. I dati variano su base territoriale.
I tagli maggiori si evidenziano nell’area Centro Sud. Tra le regioni del Sud spicca la Campania, con un taglio di oltre 9.300 unità, seguita da Calabria, Sicilia, Puglia con una diminuzione rispettivamente di 3.800 (-17,1%), 4.300 (-9,5%), 3.600 (-9,3%). In Molise, inoltre, il calo umane supera il 20%.
Nel Centro Italia, il Lazio fa registrare una diminuzione di oltre 8.800 unità di personale, pari a una perdita del 17,4%, collocandosi al secondo posto a livello nazionale.
Al Nord, invece, le variazioni si assestano tra – 8% e + 8%: mentre il calo riguarda Liguria, Piemonte, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia e Veneto, ad andare nella direzione opposta è la Valle d’Aosta, che segna un incremento del 7,6%, così come le Province autonome di Trento e Bolzano con aumenti del 5,7% e del 4,0%.
Il Rapporto Sanità 2019 fornisce dati interessanti anche per quanto riguarda l’età media dei dipendenti del SSN, che nell’arco di tempo preso in esame è aumentata di oltre 3 anni sfiorando i 51 anni, sebbene ci sia una rilevante variabilità fra le diverse aree di personale: nel 2017 la categoria di personale più giovane che non supera i 50 anni è quella degli infermieri e dei riabilitatori, mentre il restante personale sanitario sfiora i 51 anni.