Non solo i lavoratori italiani occupano le ultime posizioni della classifica che valuta le differenze tra le grandi economie europee in materia di potere d’acquisto, ma sono proprio i dirigenti e i quadri ad avere la peggio. Lo svelano gli ultimi dati diffusi dall’Osservatorio Mercer mettendo in evidenza come, nonostante la crescita delle retribuzioni, il carico fiscale abbia fatto perdere non poche posizioni all’Italia.
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Stando a quanto rivelato dallo studio, infatti, negli ultimi dieci anni gli stipendi dei dirigenti e dei quadri hanno subito un incremento del 35%, tuttavia l’aumento delle tasse e l’inflazione hanno fatto calare bruscamente il potere d’acquisto collocandolo al di sotto di quello stimato, ad esempio, in Polonia.
Solo negli ultimi tre anni, inoltre, i compensi di dirigenti e quadri sono cresciuti solo del 2%, con notevoli differenze di genere (le donne sembrano percepire circa l’8% in meno rispetto ai colleghi uomini). È Marco Valerio Morelli, AD di Mercer Italia, a fare il punto sulla situazione:
«Come sistema paese dobbiamo lavorare come sistema-Paese sulla competitività dei nostri stipendi (soprattutto quelli dei giovani) e sulla riduzione del cuneo fiscale, che ci porta fuori mercato e costringe le nostre aziende a sostenere costi non accettabili.»
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