Il monitoraggio dell’economia dei paesi effettuato da Coface mostra una situazione instabile per le imprese. A pesare sui paesi avanzati sono la dipendenza dai prezzi delle materie prime, il rallentamento cinese e la volatilità dei mercati finanziari.
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Nel dettaglio, per quanto riguarda l’Europa, la crescita prevista è dell’1,7% nel corso del 2016), come dimostrano anche le statistiche delle insolvenze in Francia, Germania e Italia, caratterizzata da una diminuzione compresa tra 3,5 e 5% nei primi 9 mesi del 2015, rispetto allo stesso periodo nel 2014.
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I paesi emergenti hanno rallentato la loro crescita, anche in conseguenza della situazione cinese, che vive una battuta d’arresto. Basti considerare che le imprese cinesi risultano tra le più indebitate: il debito rappresenta più del 160% del PIL, 60 punti in più rispetto al 2008. Seguono Turchia (+30 punti), Brasile (+17 punti), Russia (+14 punti), e Malesia (+11 punti). A fare le spese della situazione cinese sono anche paesi da essa direttamente dipendenti come Giappone, Taiwan e Hong Kong. In generale la crescita prevista appare debole, con una percentuale del 2,7%. Le tensioni politiche pesano non poco sull’economia globale e in particolare su Turchia e Brasile, quest’ultimo in evidente recessione.