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Ddl Stabilità verso la fiducia: bonus in busta paga di 225 euro

di Barbara Weisz

Pubblicato 25 Novembre 2013
Aggiornato 7 Maggio 2014 08:34

Detrazioni sul lavoro dipendente e altri emendamenti approvati alla Legge di Stabilità 2014, su cui il Governo vota la fiducia il 26 novembre sera.

La Legge di Stabilità 2014 prende forma e sul testo che la Commissione Bilancio sta ultimando il Governo ha posto il voto di fiducia il 26 novembre, come confermato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini, al fine di «verificare politicamente, con chiarezza e senza ambiguità il rapporto fiduciario tra governo e maggioranza parlamentare».

Emendamenti approvati

Un emendamento approvato al Ddl Stabilità concentra le nuove detrazioni fiscali sul lavoro dipendente sui redditi fino a 32mila euro, con un bonus in busta paga fino a 225 euro l’anno (sempre poco: 17 al mese), volto ad aumentare il potere di d’acquisto degli stipendi e rilanciare i consumi. Il testo originario  si rivolgeva ad una platea più ampia (rediti fino a a 55mila euro) rendendo l’aumento quasi risibile (massimo 170 euro l’anno, 10-14 euro al mese). Incrementate anche le risorse per finanziarie il taglio del cuneo fiscale: 1,7 miliardi di euro (da 1,5 mld). Per le PMI è stata approvata anche la semplificazione dei contratti di leasing: la durata scende da 18 a 12 anni e cambiano i coefficienti di accanotonamento sulle auto per i dipendenti, con una nuova tassa del 4% per chi subentra nel leasing a fine contratto.  Si riaprono fino al 30 giugno 2014 i termini per la rivalutazione dei beni delle imprese e dei terreni edificabili. Importante per i contribuenti la norma sulla portabilità dei conti correnti, per cui si può cambiare banca più semplicemente e senza spesa. Non aumentano le sigarette per tutto il 2014, il rincaro slitta al 2015. Si ridimensiona la norma sugli stadi (niente super impianti sportivi, solo riparazione di quelli esistenti o creazione di nuovi fino a 2mila posti).

Modifiche da approvare

Un altra modifica importante, ancora da discutere – posto che non si ponga davvero la fiducia – è quello sulla Service Tax nel più ampio quadro della tassazione immobiliare. Con la nuova Trise, così come formulata nel ddl del governo (Tari + Tasi, che ingloba anche l’IMU), i proprietari di prime case modeste rischiano di pagare un’imposta più cara della precedente IMU, perché pur in presenza di un’aliquota Tasi più bassa, non ci sono più le detrazioni che prima potevano anche azzerrare l’imposta per le abitazioni più modeste. Si studia perciò la possibilità di un Fondo da 400 milioni a disposizione dei Comuni per reintrodurre le detrazione sulla prima casa. Non si escludono infine novità sulle pensioni (prelievo di solidarietà e rivalutazione)