Evasione fiscale in Italia: le misure 2012 di contrasto

di Francesco Mantica

Pubblicato 27 Gennaio 2012
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:45

“Nel 2012 i soliti ignoti diverranno soggetti noti dal punto di vista fiscale”: lo ha affermato Mario Monti riferendosi al decreto Salva-Italia (confluito nella manovra finanziaria). In effetti, da gennaio sono sotto controllo i conti correnti di tutti gli Italiani: gli istituti bancari inviano al sistema centrale dell’Agenzia delle Entrate, tutti i mesi, un report sui correntisti in modo tale da verificare, attraverso verifiche incrociate, eventuali incongruenze tra reddito dichiarato e spese effettivamente sostenute.

La Guardia di Finanza sta poi portando avanti un piano di controlli coordinato che prevede diversi punti:
riduzione delle soglie sul redditometro (se prima per far scattare un controllo per evasione il reddito dichiarato doveva essere del 25% inferiore alle previsioni, adesso sarà  sufficiente il 20%);
spesometro per obbligare i soggetti con partita Iva a comunicare all’agenzia delle entrate incassi di importo pari o superiore a 3000 euro netti; accorpamento in consorzi delle imprese residenti in comuni al di sotto dei 5000 abitanti; tracciabilità  per pagamenti superiori ai 1000 euro; estinzione entro il 31 marzo dei libretti di deposito bancari o postali al portatore con saldo superiore a 1.000 euro.

Le misure applicate, nell’opinione di chi scrive, rappresentano una svolta per un paese in cui la Corte dei conti ha recentemente dichiarato che l’arresto per gli evasori fiscali è rimasto “per lo più inapplicato o ha avuto risultati del tutto insoddisfacenti e talvolta anche controproducenti”.

Tuttavia è ineccepibile il fatto che l’Italia stia diventando da una cosa il suo opposto: se prima era un paese dall’evasione facile, adesso la strada intrapresa porta verso una nazione dai sofisticatissimi e asfissianti controlli, in cui a priori chi intende fare impresa può risultare scoraggiato.

Anche perché, a fronte del recente rafforzamento della lotta all’evasione, ben poco si è fatto finora per liberalizzare il mercato del lavoro, semplificare le procedure e i costi per fare impresa (la contabilità  cosiddetta “semplificata” di fatto, pur prevedendo agevolazioni fiscali, non è altro che una manovra anti-evasione) e ridurre il peso fiscale sulle imprese, al momento tra i più alti del mondo.