Sempre più aziende scelgono di bloccare l’accesso ai social network tramite rete aziendale con l’intento di limitare le potenziali distrazioni durante le ore di lavoro. Facebook e Google+ possono però essere anche una risorsa per il business aziendale; meglio quindi informare correttamente i dipendenti sui pericoli e le virtù di tali strumenti.
Secondo quanto affermato dalla società dedita alla sicurezza Kaspersky, quasi i tre quarti delle aziende (72%) hanno bloccato l’accesso attraverso rete aziendale ai principali social network. L’Italia in particolare appare il paese meno tollerante, con una percentuale del 77%, seguita da Spagna (76%), UK (71%), Francia (64%) e Germania (63%).
Limitarsi a bloccare l’accesso ai social network non appare tuttavia una scelta vincente poiché senza la collaborazione di tutto lo staff qualsiasi protezione è destinata a fallire. Nessuna ottica puramente repressiva quindi per gli esperti Kaspersky; via libera ai social network purché le aziende vigilino sui rischi e maturi una maggiore consapevolezza da parte dei dipendenti.
Per evitare di instaurare un regime aziendale di controllo, le aziende dovrebbero adottare strategie di sicurezza capaci di tutelare i dipendenti con sistemi di protezione e piani di emergenza. Tuttavia, se i dipendenti non sono a conoscenza delle misure di sicurezza applicate, queste possono rivelarsi inutili.
Via libera quindi a veri corsi di formazioni e aggiornamento sulle minacce che possono arrivare dalla posta elettronica e dal web in generale. Per i social network, «è importante che i dipendenti imparino a gestire correttamente le password di accesso, che non devono essere salvate sul browser. Bisogna inoltre spiegare anche le policy legate alla divulgazione di informazioni da parte dei dipendenti».