Twago, collaborazioni online più sicure con safePay

di Tullio Matteo Fanti

23 Giugno 2011 14:30

La nuova piattaforma safePay di twago è pensata espressamente per offrire a clienti e fornitori di servizi un'ampia sicurezza nelle collaborazioni online. Pagamento garantito e risultati assicurati.

Twago, una delle principali piattaforme di lavoro in outsourcing a livello europeo, lancia safePay, un rivoluzionario sistema di pagamento con servizio di deposito a garanzia, pensato espressamente per offrire a clienti e fornitori di servizi un’ampia sicurezza nelle collaborazioni online.

Come funziona safePay? Cliente e fornitore si accordano sui termini del progetto e il cliente deposita il pagamento in twago safePay. Il fornitore riceve notifica del deposito del progetto e può quindi iniziare il lavoro in tutta serenità. A progetto completato, se il cliente è soddisfatto del progetto sblocca il pagamento che può essere così ritirato dal fornitore.

Nel caso in cui si crei disaccordo tra il cliente ed il fornitore rispetto al lavoro consegnato, twago interviene come mediatore neutrale. Nel frattempo, il denaro rimane al sicuro sul conto fiduciario.

Quali quindi i vantaggi di safePay? Aumenta la sicurezza nelle collaborazioni lavorative online, i pagamenti sono più semplici e si lavora più serenamente. Quanto costa? I clienti possono usare twago safePay gratuitamente. I fornitori pagano una commissione per l’utilizzo di twago safePay, tra lo 0% ed il 3%, a seconda della loro tipologia di iscrizione.

«Per noi è importante garantire ai nostri utenti la maggior sicurezza possibile lavorando online» spiega Silvia Foglia, Country Manager Italy in twago. «Con twago safePay abbiamo stabilito un nuovo punto di riferimento per quanto riguarda la sicurezza nel business online tra clienti e fornitori internazionali», aggiunge Silvia Foglia.

«Programmatori, designer, traduttori ed esperti marketing, possono ora avere la certezza di essere pagati. In questo modo, le “pecore nere” presenti tra i clienti, verranno trattenute dal non pagare i fornitori di servizi per il lavoro svolto».