Più innovazione ma anche incremento del fatturato e crescita della redditività sugli investimenti: questi sono solo alcuni dei benefici a favore delle imprese emiliane che attivano contratti di rete, in grado anche di migliorare l’occupazione locale. Ad affermarlo è il report diffuso nell’ambito dell’iniziativa “Distretti 2” promossa dalla Regione Emilia Romagna e dal MISE, con il coordinamento di Aster (consorzio regionale per l’innovazione e la ricerca industriale) e in collaborazione con Unioncamere Emilia-Romagna.
Contratti di rete e investimenti
«Dati alla mano abbiamo verificato come lo strumento del contratto di rete si sia rivelato validissimo per tutte quelle imprese che non hanno la forza di investire in ricerca autonomamente. Accanto agli enti pubblici anche gli istituti di credito sono chiamati a svolgere un ruolo importante per garantire la continuità e la sostenibilità di queste reti.» Paolo Bonaretti direttore generale di Aster, mette in evidenza l’importanza delle reti di imprese dal punto di vista della promozione di nuovi investimenti, basti pensare alle cifre stimate finora: si parla, infatti, di 93 reti costituite da 281 imprese dando vita a una pluralità di progetti innovativi in 16 distretti regionali, con la conseguente assunzione di 297 giovani ricercatori.
Dai distretti produttivi ai distretti tecnologici
A supporto imprese innovative, inoltre, nel 2011 la Regione Emilia-Romagna ha attivato il progetto “Dai distretti produttivi ai distretti tecnologici – 2” grazie a un finanziamento di 12,5 milioni di euro, iniziativa volta a migliorare l’efficienza dei processi innovativi incentivano, allo stesso tempo, la richiesta di ricerca industriale qualificata e organizzata da parte delle PMI nei confronti dei laboratori della Rete Alta Tecnologia dell’Emilia-Romagna. (=> Leggi tutte le news per le PMI dell’Emilia Romagna)