Ottimi risultati per il Made in Italy nel campo delle macchine utensili, dove l’Italia va a conquistare il primo posto nella classifica dei produttori mondiali di macchine utensili a deformazione. Con un giro d’affari di oltre 2,6 miliardi di euro l’Italia supera Cina, Germania e Giappone.
Anche dal punto di vista dell’export l’Italia ricopre un ruolo di prim’ordine conquistando, con un business di oltre 1,5 miliardi di vendite, la seconda posizione alle spalle della Germania, a seguire Giappone, Taiwan, la Cina e gli Stati Uniti.
Il nostro Paese si colloca invece al quarto posto a livello mondiale per quanto concerne la robotica in generale come produttore e il terzo come esportatore.
Risultiamo inoltre tra i paesi con il maggiore consumo interno da soddisfare, conquistando il podio tra i consumatori di macchine utensili, preceduti solo dalla Cina e distaccando di molto Germania, Corea del Sud, Stati Uniti, Russia e Giappone.
L’Italia è apprezzata in particolar modo per le capacità dimostrate nel settore della deformazione, con le sue numerose specializzazioni di nicchia nell’asportazione dei trucioli metallici, nelle lavorazioni robotiche e nei “machining center”, capaci di effettuare numerose lavorazioni dello stesso pezzo.
Tra i macchinari strumentali distriuiti all’estero ben sette su dieci possono vantare il marchio “Made in Italy“.
Risultati da record, resi possibili dall’alto grado di tecnologia elettronica persente in questo settore industriale, sottolineato anche dal presidente di Federmacchine, Alberto Maria Sacchi.
In vista della ripresa economica, il futuro di questo settore, di cui fanno parte per lo più aziende con una media di 15 dipendenti, sembra più che rosee. Si è infatti già iniziato ad assistere ad un risveglio degli ordini esteri.
I cambiamenti repentini del mercato impongonon però una crescita dimensionale delle aziende, a tal fine ricordiamo la messa in campo del fondo di private equity, volto a seguire le aziende nel passaggio generazionale e a favorirne le aggregazioni, per continuare ad essere competitive su mercati sempre più globali.