Perde ancora terreno l’Italia delle settore Telecomunicazioni, posizionandosi al 45esimo posto nella speciale classifica WEF redatta cioè dal World Economic Forum, sulle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, in calo progressivo rispetto agli anni passati.
I problemi maggiori non si attribuiscono allo sviluppo del mercato, quanto piuttosto a problemi di infrastrutture e scarsa cultura della tecnologia.
Invece, in ambito business resta forte la domanda ICT, e la volontà di trarre i massimi benefici dalle infrastrutture di telecomunicazione e dai servizi.
L’Italia appare penalizzata dall’eccessiva tassazione, dal peso delle regolamentazioni governative e dalla scarsa disponibilità di banda larga, tanto per quanto riguarda gli abbonamenti che per velocità.
Manca quindi nel Paese una vera cultura del Web e un serio investimento nelle infrastrutture tlc, penalizzate forse da una insufficiente importanza attribuita dal Governo a tale settore.
Eppure, come saggiamente sottolineato all’interno del Global Information Technology Report 2008-2009, «investire in infrastrutture di telecomunicazioni e servizi non può che contribuire alla “concorrenza generale ed al progresso”, mettendo i Paesi sulla strada giusta per trarre vantaggio da un eventuale ripresa della crescita economica».
Le connessioni veloci ad Internet dovrebbero esser quindi viste come «parte dell’infrastruttura di base di ogni Paese ed uno dei pilastri dell’economia della conoscenza».
Si posizionano in testa alla classifica i seguenti paesi: Danimarca, Svezia, Stati Uniti, Singapore, Svizzera, Finlandia, Islanda, Norvegia, Olanda e Canada.