Licenziamenti facili: sindacati in rivolta

di Alessandro Vinciarelli

28 Ottobre 2011 17:00

Norma sui licenziamenti facili, nella riforma del diritto del lavoro prevista da Berlusconi e richiamata nella lettera inviata alla Ue: i sindacati minacciano lo sciopero generale unitario.

Sindacati sul piede di guerra per la possibile introduzione della norma sui licenziamenti facili nella riforma del diritto del lavoro pianificata da Berlusconi: le aziende potrebbero licenziare i dipendenti con contratto a tempo indeterminato in caso di problemi economici, con lo scopo di agevolare i conti delle aziende in crisi.

Il richiamo ai licenziamenti facili è uno dei più discussi tra questi contenuti nella lettera del Governo italiano ai vertici Ue.

Cisl Uil e Ugl minacciano uno sciopero generale, se l’esecutivo dovesse confermare, senza il consenso delle parti sociali, questo piano di riforme, che contiene “norme da incubo” che consentiranno alle aziende di licenziare individualmente senza la mobilità o cassa integrazione.

E l’accusa della Uil arriva anche a Confindustria, che non ha chiesto di modificare la legge. Perché? Perchè «non conviene. Perché, per gli industriali, non è una priorità». Sono le parole di Luigi Angeletti, che giudica «del tutto sbagliato l’impegno assunto dall’esecutivo».

Confindustria si difende ribadendo che il Governo ha preso “impegni chiari”, mentre Bruxelles assicura che vigilerà sulla questione.

Le tre sigle sindacali sono unite su questo fronte: «non siamo d’accordo a mettere mano ai licenziamenti», afferma la Cisl. E la Uil incalza sottolineando che è necessario «finanziare l’occupazione e non spendere soldi per finanziare la disoccupazione».

«Nella lettera all’Unione Europea non c’è nulla che riguardi la crescita, non c’è nessuna risposta positiva per l’Italia», mentre «si parla di licenziamenti. L’opposto di ciò che serve al Paese». È la leader della Cgil Susanna Camusso a parlare, annunciando le proteste in piazza con i pensionati dello Spi e con i lavoratori della conoscenza, oltre manifestazione nazionale sul lavoro che si terrà nella Capitale il 3 dicembre.

In risposta alle proteste, il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, dichiara che «l’obiettivo è assumere non licenziare» e rassicura «apriremo presto un tavolo di confronto con le parti sociali, che invitiamo ad approfondire il merito senza pregiudizi».