Ho maturato a settembre i requisiti per la Quota 103 e presentato domanda di pensione e con dimissioni dal Comune dove lavoro. I sei mesi di finestra mobile nel settore pubblico spostano la decorrenza pensione a marzo 2024. Rientro dunque nei nuovi tagli e regole di riforma pensioni?
La ringrazio per la domanda, che consente un chiarimento importante. Ai fini della Quota 103, quello che rileva è il momento in cui viene maturato il requisito, nonostante la finestra mobile di decorrenza di sei mesi prevista per i dipendenti pubblici, che nel suo caso fanno slittare la decorrenza del primo rateo pensionistico nel 2024.
Il punto è che per la Quota 103 il diritto si cristallizza nel momento in cui si maturano i requisiti. Nel suo caso il 2023. Di conseguenza lei va in pensione con le regole attuali e senza il ricalcolo contributivo della pensione introdotto dalla Manovra per chi maturerà Quota 103 nel 2024.
Per completezza le riassumo i requisiti a confronto.
- Fino al 31 dicembre 2023 ci vogliono 62 anni di età e 41 anni di contributi. Il calcolo della pensione non subisce modifiche rispetto a quello della normale pensione anticipata. C’è solo un tetto massimo pari a cinque volte il minimo fino al compimento dell’età per la pensione di vecchiaia (67 anni).
- Dal 1°é gennaio al 31 dicembre 2024, per maturare Quota 103 ci vogliono 62 anni di età e 41 anni di contributi, con assegno ricalcolato interamente con il metodo contributivo ed un tetto massimo all’assegno percepito (sempre fino all’età per la pensione di vecchiaia) pari a quattro volte il minimo.
Nel suo caso lei mantiene il diritto al calcolo misto della pensione (o al retributivo, nel caso in cui abbia almeno 18 anni di contributi versati al 31 dicembre 1995).
Per quanto riguarda il taglio della quota retributiva della pensione, invece, il discorso in effetti è più complesso. Riguarda coloro che hanno al massimo 15 anni di contributi versati prima del 1996. Se lei ricade in questa casistica, in effetti rischia una decurtazione della pensione, perché non mi pare che ci sia un’eccezione prevista per la Quota 103.
La legge prevede genericamente un ricalcolo della quota retributiva, se inferiore a 15 anni, sulle pensioni liquidate dal primo gennaio 2024. Quindi, con l’attuale formulazione della norma inserita in Manovra a lei sarebbe applicata questa decurtazione, rappresentata da una diminuzione del coefficiente di rendimento.
Nel suo caso il ricalcolo non sarebbe fra i più penalizzanti: se lei aveva 41 anni di contributi nel 2023, mi pare che la sua quota retributiva possa essere pari al massimo a 13 anni. I coefficienti sono stati rivisti in modo tale da azzerare la differenza con 15 anni di contributi valorizzabili con il retributivo, quindi le penalizzazioni maggiori riguardano chi ha pochi anni prima del 1996, mentre si riducono con l’aumentare dei versamenti precedenti a questa data.
Per avere certezze bisogna aspettare di conoscere i correttivi del maxi-emendamento di Governo alla Manovra 2024, intesi a modificare e limitare il taglio dovuto all’aggiornamento delle aliquote di rendimento con sui si calcola la parte di assegno maturato con i versamenti precedenti al 1996.
In base alle anticipazioni, dovrebbe rimanere una forma di penalizzazione per chi sceglie forme di pensione anticipata, con decorrenza 2024 anche se maturate e richieste nel 2023.
Senza specifiche differenziazioni, in effetti anche alle pensioni maturate nel 2023 con la Quota 103 si applicherebbe la penalizzazione.
Secondo le intenzioni di Governo, par di capire, il rischio è scongiurato solo per chi si ritira con la pensione di vecchiaia, mentre per le forme di pensione anticipata sarebbe allo studio un nuovo meccanismo, ancora non reso noto. Bisogna dunque attendere gli sviluppi del caso per capire in che modo sarà calibrato tale correttivo, così da valutare il reale impatto sulla Quota 103.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz