Opzione Donna 2023: quali licenziate sono ammesse?

Risposta di Barbara Weisz

1 Marzo 2023 15:55

Roberta chiede:

Ho 58 anni compiuti a dicembre 2022 con 2 figli e 36 anni di contributi esclusi figurativi per disoccupazione. Sono disoccupata dal 1/7/2021 a seguito di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro in base ad accordo collettivo aziendale stipulato con organizzazioni sindacali e conseguentemente titolare di NASPI dal 8/7/2021 come previsto da art. 12 c. 11 del DL 137/2020. Soddisfo i requisiti di lavoratrice licenziata per poter accedere a Opzione Donna 2023?

Le istruzioni INPS per l’applicazione della nuova normativa sull’Opzione Donna 2023 sono state fornite con Messaggio n. 467 del 1° febbraio, con le indicazioni relative alla platea ammessa. Nel suo caso, in realtà, basta la norma primaria per risponderle.

Ad essere ammissibile è infatti il solo licenziamento a seguito di risoluzioni consensuali previste da accordi sindacali. Si tratta di una tipologia di dimissioni che ricade nella sfera della disoccupazione involontaria, e per questo è previsto il diritto alla NASpI (che non spetta a chi invece si dimette volontariamente).

Se il suo accordo (come probabile) è stato stipulato nell’ambito di una procedura di crisi aziendale, non escludo che possa accedere a questa forma di pensione anticipata.

Anche perchè possiede gli altri requisiti previsti dalla norma,  ossia il comma 292 della legge di bilancio, legge 197/2022: 35 anni di contributi e 58 anni di età al 31 dicembre 2022 (il requisito pieno è pari a 60 anni ma si scala un anno per ogni figlio fino a un massimo di due anni, e comunque per gli esuberi di aziende in crisi il requisito è sempre pari a 58 anni).

Sono ammesse all’Opzione Donna 2023 anche le lavoratrici che sono ancora al lavoro ma in imprese che hanno aperto un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa.

La cosa migliore è intanto chiedere conferma all’INPS, che su questo punto pubblicherà di certo chiarimenti operativi a breve (è stato sollecitato anche dal Ministero del Lavoro). Provi a chiedere anche al sindacato firmatario dell’accordo.

Un’altra strada potrebbe essere quella di presentare comunque la domanda per Opzione Donna 2023: le procedure sono aperte. L’INPS, rispondendo alla sua domanda, sostanzialmente le fornirà il chiarimento richiesto.

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