Incubatori di impresa: falsi miti e servizi concreti

di Roberta Bianchi

Pubblicato 19 Aprile 2010
Aggiornato 13 Luglio 2015 11:51

Cosa si può aspettare una start-up da queste strutture e come sfruttarle al meglio? Analisi delle caratteristiche di fondo, dei servizi offerti e delle modalità di accesso

Figli degli statunitensi business incubator (che tuttavia funzionano in maniera parzialmente differente rispetto alle realtà italiane), gli incubatori di impresa mirano a favorire lo start-up di piccole e medie imprese e sono previsti da diverse leggi nazionali (L. 67/88, L. 181/89, L. 208/98, L. 80/05).

Come suggerisce il nome, l’incubatore ha la funzione di “proteggere” le nuove imprese nel primo periodo di vita (di solito i primi 12 mesi) o ancora prima della nascita, quando l’aspirante imprenditore si appresta a strutturare e organizzare l’attività. Per questo motivo i servizi offerti distinguono tra pre-incubazione e incubazione. Tra le principali cause della mortalità precoce di molte aziende, infatti, vi è proprio la scarsa programmazione o l’inadeguata stima dei costi da sostenere in fase di avvio.

Gli incubatori offrono alle imprese di nuova costituzione anche una collocazione vantaggiosa in termini di costi di insediamento: uno spazio fisico che le nuove imprese possono utilizzare gratuitamente per un determinato periodo di tempo (le imprese possono comunque scegliere di rimanere ubicate in altro luogo, pur usufruendo dei servizi di incubazione).

I servizi, invece, sono variegati e possono essere generali (utilizzo gratuito di computer, connettività, corrente elettrica, riscaldamento, condizionamento, manutenzione e pulizia) e specialistici (consulenze legali, amministrative, supporto nell’ottenimento di prestiti o finanziamenti, orientamento, formazione, consulenze nella gestione di operazioni o tecnologie complesse).

Uno dei più importanti è sicuramente il supporto nella stesura del business plan, soprattutto per chi sta compiendo i primi passi nel mondo dell’economia o non ha esperienza in pianificazione economico-finanziaria.

Gli incubatori d’impresa sono dislocati sul territorio nazionale mediante strutture che fanno capo a enti regionali a sostegno dell’imprenditoria locale; tra i loro sponsor e i finanziatori dfigurano normalmente Regioni, Comuni, Camere di Commercio o aziende speciali a partecipazione pubblica, che hanno nella propria missione il sostegno alla nuova imprenditoria.

Ma chi può usufruire realmente di questi servizi? Ovviamente non chiunque. L’incubatore d’impresa effettua una fase di scouting imprenditoriale, ovvero di selezione e individuazione di idee innovative sul suo territorio di riferimento. Questo significa che l’imprenditore o l’aspirante imprenditore devono già avere una attività avviata o un’idea precisa di quale progetto imprenditoriale realizzare, e convincere i selezionatori della sua validità.

In molti incubatori la procedura per accedere ai servizi prevede la presentazione di una domanda di ammissione in risposta ad un bando (tipicamente annuale), con una scadenza entro la quale presentare la propria idea in modo più o meno dettagliato.

Contrariamente a quanto si pensa comunemente, non sono solo le imprese o le idee di tipo tecnologico a poter essere supportate, bensì qualsiasi tipo di nuova attività, sia essa manifatturiera, di servizi o commerciale.

È comunque vero che la maggior parte degli incubatori è specializzata nel sostegno delle start-up tecnologiche e alcuni si dedicano addirittura esclusivamente a quelle.

A differenza dei parchi tecnologici, gli incubatori sono veri e propri centri di ricerca dove si sviluppano progetti di ampio respiro e allo stadio iniziale, per verificarne la fattibilità tecnica ancor prima della sua trasformazione in attività imprenditoriale. Inoltre, l’altra sostanziale differenza sta nell’offerta di assistenza, segno distintivo di un programma di incubazione di impresa (anche se è comune trovare un incubatore all’interno di un parco tecnologico).

Lo stesso dicasi per i BIC (Business Innovation Centre) società facenti parte della rete europea chiamata EBN (European Business & Innovation Centre Network), che offrono svariati servizi per l’innovazione e l’imprenditoria in generale, all’interno dei quali figurano sempre servizi di incubazione.

Ancora diverse sono le Agenzie di Marketing Territoriale: altrimenti note come Agenzie di Sviluppo, curano l’elaborazione del piano strategico per lo sviluppo di un determinato territorio (una città, una provincia, un’area metropolitana) e la sua implementazione. Così come i parchi tecnologici, non offrono servizi alle imprese.

Vediamo infine cosa non ci si deve aspettare da un incubatore.

Non bisogna aspettarsi un servizio informazioni: l’incubatore ha la missione di selezionare idee valide da sostenere, non di elargire informazioni generiche ad esempio sulle opportunità di finanziamento alle imprese.

Non bisogna neppure aspettarsi servizi consulenziali gratuiti: l’incubatore sostiene progetti a lungo termine; non rientra pertanto tra i suoi scopi l’assistenza spot a progetti avviati in maniera indipendente, così come neppure l’intermediazione nei confronti di istituti bancari per l’accesso al credito.

Non bisogna infine aspettarsi un canale permanente per ottenere servizi gratis: la permanenza presso l’incubatore ha una durata limitata ed è esclusivo per le imprese che risultino meritevoli di un sostegno a tutto tondo. Inoltre, se è vero che i servizi a maggior valore aggiunto sono gratuiti, altri sono a pagamento.

Per trovare informazioni organiche sugli incubatori di impresa, consultate il portale della rete di incubatori di BIC Lazio, uno dei più sviluppati a livello nazionale, che contiene una descrizione dettagliata dei servizi.