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Le pari opportunità nel business

di Alessia Valentini

13 Luglio 2009 09:00

"Le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per essere giudicate brave la metà: per fortuna non è difficile" (Charlotte Witthon, politico canadese 1896 - 1975)

In ambito lavorativo, essere donne in gamba non sempre basta per essere riconosciute valide al pari di un uomo, facendo carriera in modo paritario e guadagnando lo stesso stipendio. Almeno non nel nostro paese. Il tema delle pari opportunità è formalmente regolato da leggi e norme nazionali e comunitarie ma, pur se promosso da numerose iniziative di Governo, resta nei fatti una realtà di difficile applicazione in Italia.

Ricerche e osservatori permanenti sul tema confermano il nostro gap: le donne sono ancora poco presenti nelle realtà lavorative industriali, tanto nelle posizioni di leadership quanto nei ruoli chiave del management, con una sorta di consuetudine che stenta a sradicarsi.

Di contro, le donne sono oggi una forza in crescita nell’imprenditoria privata, a riprova della capacità e della determinazione che esprimono sul lavoro. Mancano sicuramente alcuni mezzi sociali di supporto alla donna/madre che lavora, ma il divario più grave è la mancanza di una cultura delle pari opportunità che, ad esempio, consenta di pareggiare i percorsi di carriera e i trattamenti economici fra uomini e donne.

La riprova della determinazione nell’affermarsi sul lavoro emerge anche dai dati di Unioncamere 2008: oltre 3mila nuove imprese al femminile (tipicamente Pmi, n.d.r.) che vanno ad aggiungersi al milione e 400mila già esistenti: un trend di netta crescita in un periodo di forte crisi finanziaria e di generale contrazione degli investimenti.

Eppure, secondo un recente sondaggio dell’Osservatorio per le Pari opportunità, istituito dal marchio Cera di Cupra, il 30% delle donne percepisce come una discriminazione il mancato riconoscimento dei meriti lavorativi mentre il 70% delle intervistate conferisce uimportanza predominante alla famiglia ma non intende certo rinunciare al posto di lavoro!

I dati del World Economic Forum 2008 sul divario di genere nel mondo evidenziano che su 130 paesi l’Italia occupa la 67ma posizione per i diversi trattamenti riservati a uomini e donne. E tutto sommato siamo persino migliorati rispetto all ‘ edizione 2007 che ci vedeva all’84mo posto.

Il gap riguarda quattro aree critiche:

  1. partecipazione alla vita economica e opportunità professionali;
  2. livello di istruzione;
  3. accesso alle cure mediche e aspettative di vita;
  4. possibilità di intraprendere una carriera politica.

Il problema è dunque reale: con il termine “soffitto di vetro” – espressione coniata in un articolo del Wall street Journal nel 1986 – solitamente si indica quella barriera invisibile che le donne incontrano nei luoghi di lavoro, quando tentano di “salire ai piani alti”, una metafora sempre attuale su cui stati scritti due interessanti testi: Soffitto di vetro e dintorni Management al femminile di Maria Cristina Bombelli, e Oltre il soffitto di vetro, di Linda Austin.

Ritenendo le donne come le «più abili e determinate di altri nel crearsi o inventarsi il posto di lavoro nei momenti di crisi o quando il lavoro non c’è», Futuroalfemminile.it e Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio hanno realizzato il CD “La città dell’Imprenditoria Femminile” (legislativa, contrattuale, tecnologica, manageriale e culturale), per aiutare le future imprenditrici a pianificare correttamente e a realizzare efficacemente la propria impresa, seguendo il percorso tracciato all ‘ interno di una “città digitale” che consente di accedere alle informazioni di servizio in modo semplice e immediato.

Qualcosa si sta dunque muovendo, ma per ora solo a livello di grandi aziende come Microsoft e Acer, che hanno avviato iniziative concrete per le pari opportrunità nel lavoro, come il progetto “Futuro@lfemminile” che si prefigge di valorizzare le capacità femminili attraverso l’uso pervasivo delle potenzialità offerte dalle tecnologie.

Presso Accenture è invece sorto il programma “Great Place to Work for Women” che mira a riconoscere e valorizzare l’approccio femminile al lavoro per generare un reale valore aggiunto. A riprova che l ‘ iniziativa funziona, Accenture vanta un incremento del 70% di donne in posizioni Senior Executive o Executive dall’inizio del programma!

Lo strumento è la creazione di team di lavoro che sviluppino programmi concreti di inserimento di risorse femminili nei progetti operativi, curando gli aspetti formativi e di carriera e introducendo policy mirate (prolungamento del periodo di maternità, job sharing, flex-time e soluzioni part-time alternative), sviluppando programmi di training sulla leadership al femminile, iniziative di monitoraggio della carriera e mentoring per donne, oppure promuovendo eventi volti alla crescita del network di conoscenze e relazioni professionali.

Per approfondire i temi delle pari opportunità o per un supporto concreto alle iniziative di impresa privata: Dipartimento Pari Opportunità; Osservatorio imprenditoria femminile; Womeneconomics; Parit@news.