Ottava salvaguardia esodati, gli esclusi della 104

di Barbara Weisz

Pubblicato 9 Novembre 2016
Aggiornato 10 Novembre 2016 15:37

Niente salvaguardia per i lavoratori esodati che hanno utilizzato la legge 104 sui congedi per assistere parenti con disabilità: gli esclusi e l'opzione APE sociale.

Esodati

L’ottava salvaguardia esodati lascia fuori i lavoratori che nel 2011 hanno utilizzato i permessi mensili per assistere parenti disabili: come la precedente tutela, è limitata la platea dei lavoratori che si sono astenuti dal lavoro per assistere parenti di primo grado con handicap grave. Il provvedimento di tutela, l’ultimo in base agli annunci del governo, è contenuto nell’articolo 33 della manovra e riguarda in tutto 27.700 lavoratori rimasti senza stipendio e senza pensione dopo l’irrigidimento dei paletti della Riforma Pensioni Fornero 2011.

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Nell’ambito dell’ottava salvaguardia, è previsto l’accesso alla pensione di 700 lavoratori in congedo per assistere figli con disabilità grave nel corso del 2011 ai sensi dell‘articolo 42, comma 5, del testo unico di cui al decreto legislativo 151/2001, che perfezionano i requisiti utili al trattamento pensionistico entro la fine del 2018 (l’84esimo mese dall’entrata in vigore del dl 201/2011). Si tratta di coloro che hanno chiesto il congedo straordinario biennale, fruibile in modo continuativo o frazionato, mentre restano esclusi coloro che, invece, hanno utilizzato i permessi previsti dall’articolo 33, comma 3, della legge 104/1992.

Per i lavoratori che assistono parenti con disabilità, però, la Riforma Pensioni prevede nuovi strumenti di pensione anticipata attivabili, ovvero l’anticipo pensionistico APE. Ci sono due diverse situazioni possibili: nel caso di lavoratori che assistono da almeno sei mesi, al momento della richiesta, il coniuge o un parente di primo grado convivente, (ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 104/1992), è possibile accedere all’APE sociale con 30 anni di contributi e 63 anni di età. Si tratta della forma di APE completamente a carico dello stato, che quindi non prevede restituzione dell’anticipo pensionistico.

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Se il lavoratore che assiste il parente con disabilità grave è anche compreso nella platea dei precoci, ovvero ha almeno un anno di contributi versati prima dei 19 anni, allora può ritirarsi con 41 anni di contributi. Anche in questo caso, non c’è restituzione del prestito come nel caso dell’APE ordinaria.

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L’APE sociale è rapportato alla pensione a cui avrebbe diritto il lavoratore nel momento in cui si ritira, fino a un massimo di 1500 euro al mese lordi (circa 1300 netti), su 12 mensilità. Non è possibile cumulare questo trattamento con altri redditi da lavoro sopra gli 8mila euro. All’APE agevolato possono accedere dipendenti, pubblici e privati, e autonomi. L’agevolazione è concessa fino a esaurimento risorse.