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Smart working ai fragili nella PA fino a settembre: cosa cambia

di Barbara Weisz

23 Giugno 2023 16:42

DL Lavoro: per i dipendenti fragili proroga smart working fino al 31 dicembre nel privato e al 30 settembre nel pubblico, con e senza cambio mansioni.

Alla fine, è stata confermata la proroga dello smart working anche per i dipendenti della Pubblica Amministrazione: riguarda esclusivamente i lavori fragili e, mentre nel pubblico impiego è prorogato fino al 30 settembre, per i dipendenti del privato è esteso fino al 31 dicembre.

Entrambe le proroghe sono contenute nella legge di conversione del Decreto Lavoro (DL 48/2023) approvato al Senato, che passa alla Camera per incamerare il voto di fiducia annunciato dal Governo ed essere approvato senza ulteriori modifiche entro la scadenza del 3 luglio.

Le diverse proroghe allo Smart Working

Il diritto allo smart working per i lavoratori fragili e per i genitori di figli fino a 14 anni era in scadenza il 30 giugno. La legge di conversione del DL Lavoro è intervenuta con queste due proroghe differenziate.

In un primo momento, era stato approvato solo un emendamento che conteneva la proroga per i lavoratori del privato al 31 dicembre, perché mancavano le coperture per estenderla anche al settore pubblico. Alla fine sono state trovate le risorse anche per il pubblico impiego, ma con una proroga di tre mesi, quindi fino al 30 settembre, e solo per i lavoratori fragili.

C’è un altro elemento da sottolineare: la proroga al 31 dicembre per i lavoratori del privato interviene sull’articolo 90 del decreto 34/2020. Che prevede il diritto allo smart work sia per i fragili sia per i genitori con figli fino a 14 anni ma solo se le mansioni del lavoratore compatibili con il lavoro agile.

Smart Work anche con cambio mansioni

La proroga al 30 settembre per i lavoratori statali, invece, va a modificare il comma 306 della legge 197/2022. Questa norma da una parte riguarda solo i lavoratori fragili, quindi per i genitori con figli fino a 14 anni che lavorano nel pubblico non c’è alcuno slittamento. Dall’altra però prevede un diritto più ampio:

il datore di lavoro assicura lo svolgimento della prestazione lavorativa in modalità agile anche attraverso l’adibizione a diversa mansione compresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definite dai contratti collettivi di lavoro vigenti, senza alcuna decurtazione della retribuzione in godimento.

Facciamo anche un’altra considerazione: il sopra citato comma 306 non riguarda solo i lavoratori del pubblico, ma anche i dipendenti del privato. Si deve quindi ritenere, in base alla formulazione della proroga (che agisce solo sulla scadenza, portandola al 30 settembre) che fino al 30 settembre ci sia il diritto al cambio di mansioni anche per i lavoratori del privato.

Poi, da ottobre a fine anno, il diritto al lavoro agile è limitato solo al settore privato, e non prevede più il cambio di mansioni.

Deroghe e regole di Smart Work 2023

Per riassumere, le novità sono modulate come segue.

  • Dipendenti del privato: proroga smart working fino al 31 dicembre per fragili e genitori con figli fino a 14 anni; i fragili fino al 30 settembre hanno anche diritto al cambio di mansioni.
  • Dipendenti pubblici: proroga smart working solo per i fragili, fino al 30 settembre, con diritto al cambio di mansioni.

Cosa comporta la proroga delle deroghe

I lavoratori coinvolti dalle nuove proroghe hanno diritto allo smart working anche in assenza di accordi individuali (che invece sono necessari per il lavoro agile ordinario). Continua quindi ad applicarsi quello che durante il Covid era stato definito “smart working semplificato”.

I lavoratori fragili, lo ricordiamo, hanno una serie di patologie precisamente individuate dalle norme (decreto ministero della Salute 4 febbraio 2022) che sono considerate particolarmente a rischio di contagio Covid.

Paletti anche per i genitori di under 14

Per quanto riguarda invece i dipendenti del settore privato genitori di figli fino a 14 anni, per accedere allo smart work fino a fine anno non devono avere nel nucleo familiare l’altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito, oppure non deve essere senza lavoro. In parole semplici, entrambi i genitori devono essere lavoratori attivi.