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Riforma Pensioni: Quota 100 preferita dai dipendenti

di Anna Fabi

14 Settembre 2021 15:47

Pensionati Quota 100, bilancio INPS di fine sperimentazione: in tutto sono circa 350mila, soprattutto dipendenti, uomini nel privato e donne nel pubblico.

A scegliere la pensione anticipata con la Quota 100 sono soprattutto dipendenti, uomini per oltre il 60% del totale, in due casi su tre persone fino a 63 anni, in uno su tre dipendenti pubblici: sono i principali dati forniti dall’INPS sulle adesioni al 31 agosto per questa misura sperimentale, a pochi mesi dalla sua scadenza (è utilizzabile fino al 31 dicembre 2021), per andare in pensione con almeno 62 anni di età e 38 di contributi.

Sono dati che hanno un particolare valore in vista della scadenza della sperimentazione introdotta dal dl 4/2019 e della prossima riforma pensioni attesa entro fine anno con nuove formule di pensione anticipata. Fra le priorità, misure che evitino lo scalone che si determinerà dal primo gennaio 2022, con un brusco innalzamento di cinque anni per il requisito anagrafico (età pensionabile): senza la Quota 100, le uniche possibilità restano la pensione di vecchiaia che richiede 67 anni di età, o la pensione anticipata che richiede 41 anni e dieci mesi di contributi per le donne ed un anno in più per gli uomini.

=> Come cambiano le pensioni nel 2022 senza riforma

Quota 100: il bilancio delle pensioni erogate

In tutto, hanno beneficiato della Quota 100 341.128 lavoratori, di cui 273mila dipendenti e 67.609 autonomi (il 20% circa). Fra i dipendenti, 166.282 sono nel settore privato e 107.237 nel pubblico. La spesa sostenuta è pari a oltre 18,8 miliardi fino al 2030. Fino a oggi sono stati spesi più di 4 miliardi per gli statali, circa 5,9 miliardi per i lavoratori privati e 1,66 miliardi per gli autonomi. Questi ultimi hanno mediamente assegni più bassi, 17.983 euro annui lordi, contro i 28.064 euro dei dipendenti pubblici e 27.237 euro dei dipendenti del privato.

=> Dati INPS su Quota 100 e Opzione Donna e ipotesi di Riforma Pensioni

  • La suddivisione di genere vede il 69,3% dei pensionati con Quota 100 uomini, contro il 30,7% di donne. La preponderanza di uomini nel privato è intorno all’80%, con 13.927 lavoratori e 34.355 lavoratrici.
  • Questa proporzione varia nel pubblico impiego, dove invece sono più numerose le donne: 58.870 contro 48.367 lavoratori.
  • In netta maggioranza gli uomini anche nel  lavoro autonomo: 56.251 contro 11.348 donne.

I dati relativi all’età vedono la platea dei pensionati con Quota 100 concentrarsi in particolare fra gli under 63, che in tutto sono 224.905. Nel pubblico impiego, invece, si va in pensione Quota 100 prima: non più del 65% delle domande accolte è riconducibile a soggetti di 61-63 anni. Infine, un dato temporale: le domande si sono concentrate per lo più nel 2019, il primo anno della Quota 100, con 150.132 pensioni erogate, scese a 114mila nel 2020.

Tutti trend di cui si potrebbe tenere conto nel formulare i requisiti per la futura Quota “X” o formula alternativa di uscita anticipata da inserire nella prossima riforma delle pensioni.