Patrimonio aziendale ed equilibrio finanziario delle imprese

di Nicola Santangelo

Pubblicato 4 Novembre 2009
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:41

Per patrimonio si intende tutto ciò che è a disposizione dell'azienda in un dato momento. E' possibile analizzare il patrimonio sotto due aspetti: qualitativo e quantitativo.

L'aspetto qualitativo rappresenta un insieme di beni tra loro coordinati e può essere suddiviso in due macroaree:

Attivo immobilizzato, che contiene elementi costituenti la struttura tecnica e organizzativa dell'azienda e che partecipano al processo produttivo per più anni. Gli elementi dell'attivo immobilizzato si suddividono in tre categorie: immobilizzazioni materiali quali costi di impianto e ampliamento, costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicità , marchi, licenze e avviamento; immobilizzazioni immateriali quali terreni, fabbricati, impianti e macchinari; immobilizzazioni finanziarie quali crediti e altre attività  finanziarie e medio e lungo termine;

Attivo circolante, che contiene elementi che ritornano entro dodici mesi sotto forma liquida. Gli elementi dell'attivo circolante sono rappresentati da: rimanenze cioè componenti reddituali che, per motivi di competenza economica vengono rimosse dal conto economico dell'esercizio corrente per essere riportate in quello successivo (si pensi ad esempio ai risconti); crediti; disponibilità  liquide quali depositi in c/c bancari o postali o in fondo cassa.

L'aspetto quantitativo, invece, vede il patrimonio come una contrapposizione di fonti e impieghi e quindi di elementi attivi e passivi la cui differenza dà  il patrimonio netto.

E' importante che nel corso della vita aziendale, ci sia equilibrio tra fonti e impieghi.

L'attivo immobilizzato, infatti, poiché restituisce la sua forma liquida a medio/lungo termine dovrà  essere finanziato da debiti da restituire in un arco di tempo altrettanto lungo (passività  consolidate). Se così non fosse l'azienda si troverebbe ben presto in dissesto finanziario. Lo stesso discorso potrà  essere affrontato con i debiti a breve (passività  correnti) che dovranno essere finanziati interamente dai crediti a breve.

Queste fondamentali relazioni sono rappresentate rispettivamente dal margine di struttura e dal capitale circolante netto.