Programmare per iPhone: business in ascesa

di Filippo Vendrame

Pubblicato 11 Marzo 2009
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:42

Una delle migliori idee di Apple nel proporre al pubblico l’iPhone 3G fu quella di distribuire gratuitamente a tutti il Kit di sviluppo (SDK) per poter realizzare applicazioni dedicate a questo innovativo device.

Un Kit molto ben strutturato, perché non richiede nessun hardware particolare se non un semplice Mac e, come da tradizione Apple, realizzato affinché il suo utilizzo potesse essere il più facile possibile.

Unici passaggi obbligatori, l’approvazione delle applicazioni da parte di Apple e la loro distribuzione mediante l’Application Store dell’iPhone.

Un’operazione commerciale da parte di Apple molto intelligente, che ha permesso di attrarre molti piccoli sviluppatori che si sono potuti così cimentare nella realizzazione di software da distribuire a prezzi contenuti, se non addirittura gratuitamente.

La cosa davvero interessante è stato il modello adottato da Apple ha adottato per i ricavi sulle vendite delle applicazioni.
Sul prezzo finale dell’applicazione scaricata (e dunque venduta), gli sviluppatori ne incassano il 70% ed Apple il 30%.

Il grande successo dell’Application Store (oltre mezzo miliardo di applicazioni scaricate!) e dunque anche di questa iniziativa di Apple, ha generato un enorme business, ben oltre le più rosee aspettative.

Molti sviluppatori indipendenti o piccole aziende sono riusciti a guadagnare cifre importanti, tanto da attirare anche le grandi case produttrici di software.

Sebbene oramai siano oltre 20.000 le applicazioni create, c’è ancora spazio per i piccoli programmatori o per le piccole software house.

Grazie infatti alla pubblicità  che si può amplificare tramite i network di blog dedicati ai prodotti Apple, è possibile ritagliarsi una visibilità  ulteriore e sponsorizzare le proprie applicazioni. Un vero business!