La tecnologia digitale crea lavoro o lo distrugge?

di Carlo Lavalle

Pubblicato 12 Giugno 2014
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:38

Gli ultimi dati diffusi dalla Commissione Europea confermano l’utilizzo crescente di Internet ma anche un 50% della popolazione senza sufficienti competenze per svolgere attività lavorativa nei settori legati al Digitale. In in 11 paesi membri l’analfabetismo informatico raggiunge percentuali vicine al 50%. Tra essi Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Grecia, Lituania, Portogallo, Romania e Italia. Nel complesso, è il 47% degli europei a non avere competenze sufficienti per svolgere attività in ambito ICT.

In sede UE sono state presentate diverse iniziativa per colmare questo divario, visto che il mancato accesso alle ICT dipende più dalla mancanza di conoscenze che dai costi.

Eppure, in questo settore l’occupazione è cresciuta sette volte più velocemente che in altri comparti secondo le stime UE. I posti di lavoro creati dall’economia digitale sono maggiori di quelli persi. Le potenzialità occupazionali si sarebbero, ma in pratica manca forza lavoro adeguatamente preparata per ricoprire determinati ruoli.

La domanda crescente di personale esperto nel settore ICT implica che nei prossimi anni ci saranno posizioni vacanti in assenza di interventi statali adeguati.

Le maggiori lacune / possibilità di lavoro si verificheranno in Gran Bretagna (250.000 unità), Italia (180.000 unità) e Germania (150.000).

Per approfondimenti: Commissione UE