Emergenza PMI: strategie anticrisi e osservatorio fallimenti

di Edoardo Musicò

Pubblicato 9 Luglio 2013
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:38

Confesercenti lancia l'allarme: se la tendenza rilevata tra gennaio e aprile dovesse confermarsi, a fine anno andranno perse quasi 65mila imprese commerciali e del turismo.

Situazione critica anche nel settore abbigliamento e calzature, visto che ogni due nuovi negozi aperti ce ne sono sette che chiudono.

Il turismo rischia di ricevere il colpo di grazia, considerando che nel 2010 era andato in vacanza il 79% degli Italiani e nel 2013 si sposterà  solo il 58%.

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Le proposte d’urto: tagli alla spesa e riduzione della pressione fiscale al 40% per 5 anni, rimodulazione Irpef, blocco dell'aumento Iva, tagli alla spesa improduttiva, riduzione Irap, ripensare la nuova Tares e contenere l'Imu sugli immobili per le attività  produttive sono la ricetta per dare uno shock immediato all'economia.

Crisi Edilizia

Il rapporto 2013 della Corte dei Conti sul coordinamento della Finanza pubblica giudica le politiche fiscali troppo rigorose “una rilevante concausa dell'avvitamento verso la recessione“. E tra il 2009 e il 2013 la mancata crescita del Pil ha superato i 230 miliardi di euro, senza contare che disoccupazione e recessione hanno fatto calare in cinque anni il gettito fiscale di quasi 90 miliardi.

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Allarme rosso anche per la Federazione degli agenti immobiliari che denuncia la perdita di 500mila posti nell'edilizia in quattro anni e il crollo delle compravendite del 25,7% a causa della crisi e del peso dell'Imu.

Osservatorio chiusure

Secondo il “Contatore della imprese che chiudono”, ogni giorno sono più di 50 e dall'inizio dell'anno oltre 7.500 le vittime della crisi. Un dato in realtà  molto più grave, perché il contatore non include le piccole imprese.

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In ogni caso, 104mila aziende dei servizi, moda e costruzioni hanno cessato l'attività  l'anno scorso. In quattro anni, oltre 45mila aziende hanno dichiarato fallimento. E quello che sembrava il record nel 2012 – oltre 12mila procedure di fallimento aperte (+64% rispetto al 2008) – sarà  probabilmente superato quest'anno. Già  nei primi quattro mesi del 2013 i fallimenti sono aumentati del 13% rispetto al primo quadrimestre 2012.