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Pensioni a rischio con il TFR in busta paga

di Barbara Weisz

Pubblicato 5 Novembre 2014
Aggiornato 12 Novembre 2014 09:57

Anticipo TFR in busta paga previsto dalla Legge di Stabilità resti temporaneo: Banca d'Italia evidenzia l'impatto negativo su assegni futuri, fondi pensione e previdenza complementare.

Con l’anticipo del TFR in busta paga, giovani e lavoratori a basso reddito rischiano di non maturare pensioni future adeguata, mentre nell’immediato c’è il pericolo di indebolimento per la previdenza complementare: quindi, è cruciale che la misura prevista dalla Legge di Stabilità resti temporanea e motivata dalla «fase congiunturale eccezionalmente avversa». E’ in estrema sintesi l’allarme lanciato dal vice direttore della Banca D’Italia, Luigi Signorini, in audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. L’anticipo del Trattamento di Fine Rapporto rischia

«di incidere negativamente sulla capacità della previdenza complementare (o del TFR, la liquidazione, se percepito alla fine della carriera), di integrare il sistema pensionistico pubblico», e la probabile adesione soprattutto dei lavoratori a basso reddito «aggrava il rischio che questi abbiano in futuro pensioni non adeguate».

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Signorini sottolinea che sul fronte conti pubblici l’impatto è comunque nullo (l’obiettivo è fornire liquidità alle famiglie in crisi per rilanciare i consumi e favorire la ripresa) e secondo Bankitalia di applicazione molto limitata in quanto:

«è ragionevole supporre che chiederanno la liquidazione del TFR maturando e lo destineranno a finanziare maggiori consumi soprattutto lavoratori soggetti a vincoli di liquidità e quelli a più basso reddito».

Anche perché si tratta di dipendenti che applicano, in sede di pagamento della tasse, una bassa aliquota IRPEF e per i quali il TFR in anticipo è meno costoso anche dal punto di vista fiscale.

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Meno probabile che scelgano questa opzione i dipendenti che attualmente versano la liquidazione in un fondo pensione (oggi 1/4 del monte TRF maturato). Questo, in considerazione del fatto che negli ultimi anni il rendimento dei fondi pensione è stato superiore a quello del TFR, e quindi l’investimento resta conveniente.

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Detto questo, il rischio che ci sia un impatto negativo sulla previdenza integrativa esiste, tanto che è uno dei motivi per cui Signorini insiste sulla necessità di far restare temporanea la misura. Anzi, per sostenere il settore dei fondi pensione (che in Italia raccolgono molte meno adesioni rispetto alla media europea), sarebbero necessari anche altri interventi: innanzitutto, migliorare la trasparenza delle regole pensionistiche per consentire ai lavoratori di effettuare una scelta consapevole sulle opzioni a disposizione, ad esempio introducendo la cosiddetta busta arancione:

«un estratto conto nozionale che contenga proiezioni della propria ricchezza pensionistica al variare dello scenario macroeconomico e in funzione della propria carriera lavorativa».  

 Banca d’Italia sulla Legge di Stabilità