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Pensione anticipata: boom 2015, effetto Fornero

di Barbara Weisz

Pubblicato 21 Ottobre 2015
Aggiornato 30 Ottobre 2015 11:09

Raddoppia il numero di lavoratori dipendenti in pensione anticipata nei primi nove mesi dell'anno, due volte e mezzo per gli artigiani: il monitoraggio INPS e l'impatto della Riforma Fornero sul 2015.

Pensione anticipata

E’ un piccolo boom quello delle pensioni anticipate 2015 in base al report INPS: nei primi nove mesi dell’anno, gli assegni erogati dall’istituto di previdenza sono saliti al 34% del totale, con un incremento di 12 punti rispetto al 22% registrato nell’analogo periodo 2014. Il numero di pensioni di vecchiaia invece non registra sostanziali variazioni. L’incremento relativo alle pensioni di anzianità, sottolinea l’istituto di previdenza,

«dipende essenzialmente dalla normativa introdotta con la legge 214/2011», ovvero la Riforma Pensioni Fornero, che ha aumentato i requisiti contributivi per il diritto alla pensione anticipata, causando «un blocco dei pensionamenti di anzianità: nel 2015 un numero consistente di soggetti ha potuto raggiungere la maggiore anzianità richiesta per questo tipo di trattamento».

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Nel dettaglio, le pensioni anticipate dei lavoratori dipendenti hanno visto il peso sul totale dei trattamenti previdenziali salire al 34%, contro il 22% del 2014, mentre quelle dei lavoratori autonomi sono passate dal 17 al 27%.I numeri assoluti: l’Inps ha liquidato nei primi nove mesi dell’anno 109mila 796 pensioni di anzianità/anticipate, un numero superiore rispetto ai 104mila 851 trattamenti di vecchiaia. Il totale delle pensioi erogate nei primi nove mesi dell’anno (contando anche assegni di invalidità e superstiti), sono 383mila 003. L’incremento delle pensioni di anzianità risulta particolarmente accentuato nella gestione degli artigiani, con un numero di trattamenti pari a due volte e messo quello dell’analogo periodo 2014. Sugli altri due gradini del podio, lavoratori dipendenti e commercianti.

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In parole semplici, spiega l’INPS, coloro che «nel 2011 non sono riusciti ad agganciare il requisito delle quote anche in presenza di anzianità elevata (inferiore comunque a 40), poiché con età inferiore al requisito minimo richiesto (60 anni per i dipendenti – 61 per gli autonomi), hanno cominciato quest’anno a raggiungere in misura consistente i 42 anni e 6 mesi di anzianità richiesti dal trattamento anticipato» Non sono compresi in questo numeri gli esodati tutelati dalle operazioni di salvaguardia.

Infine, rilevante anche l’effetto dell’Opzione Donna (la possibilità di pensione anticipata per le lavoratrici prorogata al 2016 dalla Legge di Stabilità): mentre nel 2014 per ogni 100 pensioni maschili ne risultavano 119 femminili, l’alto numero di prepensionamento da Opzione Donna 2015 ha fatto scendere il rapporto a 103.