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Pensioni in Italia 2015, un sistema insostenibile

di Barbara Weisz

Pubblicato 16 Dicembre 2015
Aggiornato 23 Febbraio 2016 09:02

Al 20esimo posto su 25 sistemi pensionistici analizzati, l'Italia è fragile sul fronte sostenibilità e le generazioni future rischiano l'inadeguatezza delle prestazioni.

Il sistema pensionistico più forte al mondo è quello della Danimarca mentre l’Italia è quasi fanalino di coda (20esima su 25 paesi analizzati): è quanto rileva per il 2015 il Melbourne Mercer Global Pension Index (MMGPI), che misura i sistemi previdenziali attraverso oltre 50 indicatori, articolati in tre macro aree: adeguatezza (livello prestazioni, schema previdenziale, rendimento investimenti, risparmio privati), sostenibilità (adesione a previdenza complementare e fondi pensione, aspetti demografici e macroeconomici) e integrità (normativa, governance del rischio pensionistico, livello di fiducia dei cittadini).

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L’Italia ne esce discretamente per il primo e terzo ambito, molto male per il secondo:

Pensioni Italia

Melbourne Mercer Global Pension Index – Italia

Se in materia di adeguatezza e integrità l’Italia registra infatti valori tutto sommato nella media, in tema di sostenibilità risulta di gran lunga il paese peggiore fra quelli considerati.
Il motivo, probabilmente, risiede nel fatto che due degli elementi che maggiormente pesano in questa macro area sono il debito pubblico (in Italia altissimo) e la previdenza privata (molto poco diffusa nella Penisola).

La fotografia in Italia

Fra i punti deboli più evidenti, inoltre, il calo della popolazione attiva, l’alta disoccupazione e la precarietà dei giovani, che in questo modo non riescono a costruirsi un futuro previdenziale. Il rischio complessivo di questa situazione è che il sistema migliori sul fronte della sostenibilità, ma diventi con il passare del tempo sempre più inadeguato, andando a peggiorare nel suo insieme lo scenario.

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Fra i consigli che il report fornisce all’Italia: aumentare il livello di contribuzione individuale, stimolare una maggior partecipazione dei lavoratori anziani al mondo del lavoro, ridurre i benefit prepensionamento, diminuire il debito pubblico.

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Il confronto

I sistemi pensionistici migliori del mondo sono dunque la Danimarca e l’Olanda che si trovano sul podio, mentre la  Svezia è al quarto posto e la Finlandia al sesto. Nella top ten anche Canada e Cile, mentre l’Irlanda  è all’11esimo posto, seguita dalla Germania, e gli Stati Uniti al 14esima. Ai paesi già citati, nella top ten si aggiungono Granbretagna e Singapore. Gli Stati Uniti si trovano al 14esimo posto, mentre dietro all’Italia ci sono, nell’ordine Indonesia, Cina, Giappone, Corea e India.

confronto

Il rating

La Danimarca deve il suo primo posto all’alto livello di sostenibilità del sistema, mentre in materia di adeguatezza il primo posto mondiale spetta all’Australia, e sul fronte dell’integrità la medaglia d’oro va alla Finlndia.Lo studio prevede un vero e proprio rating (giudizio) per ogni paese, espresso in lettere. I paesi ad essere in serie A (lettera che definisce un sistema robusto, efficace, di prima classe) sono la Danimarca e l’Olanda, che totalizzano più di 80 punti, mentre in B+ (solida struttura, molti punti forti, ma margini di miglioramento) si trova l’Australia. Nutrita la pattuglia di serie B (Canada, Cile, Svizzera, Svezia, Gran Bretagna e Finlandia), tre paesi in C+ (Germania, Irlanda e Singapore), in C troviamo Stati Uniti, Messico, Brasile, Sud Africa, Francia, Italia, Austria e Polonia.

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