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Studi professionali, rinnovato il contratto

di Barbara Weisz

Pubblicato 22 Aprile 2015
Aggiornato 29 Aprile 2015 10:26

Accordo raggiunto fra Confprofessioni e sindacati sul contratto per gli studi professionali valido fino al 2018, aumento di 85 euro, assunzioni agevolate per disoccupati.

Un aumento di 85 euro, novità in materia di welfare ai professionisti e collaboratori, agevolazioni per le assunzioni di over 50 e giovani, contrattazione di secondo livello: sono i contenuti del rinnovo del contratto degli studi professionali, firmato da Confprofessioni e dalle sigle sindacali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs.

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CCNL Studi professionali

Il contratto riguarda 1,5 milioni di lavoratori fra titolari, dipendenti e collaboratori, ha effetto dal primo aprile 2015 e dura fino al 31 marzo 2018. L’aumento è di 85 euro per il terzo livello, con conseguente parametrazione per gli altri livelli. Sul fronte del welfare, come detto ne prevede l’estensione ai professionisti e ai collaboratori degli studi, che sino ad ora ne erano esclusi. Novità anche in materia di telelavoro, congedo parentale a ore, possibilità di introdurre ulteriori elementi di flessibilità attraverso la contrattazione di secondo livello.

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Le agevolazioni per le assunzioni prevedono un contratto di reimpiego per chi ha oltre 50 anni e per i disoccupati da oltre 12 mesi, con la possibilità di sotto-inquadramaento ma un’assunzione a tempo indeterminato. Vengono fissati rapporti da rispettare fra i contratti a tempo indeterminato e determinato, con diritto per precedenza di questi ultimi per assunzioni stabili. Gli apprendisti devono essere almeno il 20% per gli studi fino a 50 dipendenti e il 50% per le strutture più grandi.

Reazioni

Soddisfazione dai sindacati. Maria Grazia Gabrielli, segretaria generale Filcams-Cgil, ritiene che si rafforzino le relazioni sindacali e si dia:

«Un impulso positivo al comparto, troppo spesso sottovalutato».

Brunetto Boco, segretario della Uiltucs, sottolinea il:

«Ruolo decisivo delle parti sociali nella crescita del reddito disponibile dei lavoratori, nella consapevolezza che questa è la strada giusta per migliorare le condizioni di lavoro, per far ripartire il potere d’acquisto e per rilanciare i consumi».

Pierangelo Raineri, segretario generale Fisascat-Cisl, ritiene che dopo la firma del contratto ci si debba concentrare:

«Sull’evoluzione dei sistemi di tutela e di gestione di figure professionali che operano in uno dei settori del terziario destinato ad assumere un ruolo sempre più determinante per lo sviluppo occupazionale e dalle importanti potenzialità produttive».