Google Art Project, l’arte del web

di Barbara Weisz

Pubblicato 2 Febbraio 2011
Aggiornato 24 Febbraio 2018 09:56

Sul nuovo sito oltre mille capolavori in alta risoluzione da 17 musei del mondo, tour virtuali, alcune opere in gigapixel. Dall'Italia, gli Uffizi

La Galleria degli Uffizi di Firenze, il MoMa e il Metropolitan Museum di New York, la National Gallery di Londra, l’Hermitage di San Pietroburgo, l’Alte Nationalgalerie di Berlino. Certo, andarci di persona è e resta un’esperienza unica, ma le opere d’arte dei principali musei del mondo sono ora a portata di click grazie a Google Art Project. A disposizione ci sono piu’ di mille opere d’arte di tutto il mondo, che fanno parte delle collezioni di 17 musei.

Si potrebbe obiettare che la stragrande maggioranza dei musei del pianeta sono già massicciamente presenti sul web. Ma la novità rappresentata dal sito di Mountain View sta nelle tecnologie: le opere sono in alta definizione, ce ne sono 17, una per ogni museo che ha aderito, per le quali è stata utilizzata una risoluzione gigapixel che permette di osservare dettagli non visibili all’occhio umano. Grazie alla tecnologia per interni di Street View si possono effettuare visite virtuali che riproducono in modo sorprendente l’esperienza reale.

Ci sono poi strumenti che permettono di avere informazioni sull’opera che si sta guardando, trovarne altre dello stesso autore, localizzare il museo, conoscerne la storia. Riquadri informativi che si avvalgono anch’essi delle mappe di Street View, che inseriscono in una cartina geografica la località in cui un artista è nato o è morto, piuttosto che la strada in cui si trova il museo. E ancora, le immagini si possono condividere, commentare, si possono salvare particolari creando una collezione personale.

Una mole di informazioni notevolissima, raccolta in un sito facilissimo da esplorare e caratterizzato da un’altissima qualità delle immagini. Oltre a quelli già citati, i musei che aderiscono sono: Freer Gallery of Art Smithsonian (Washingoton), Frick Collection (New York), Gemäldegalerie (Berlino), Museo Reina Sofia (Madrid), Museo Thyseen – Bornemisza (Madrid), Museum Kampa (Praga), Château de Versailles (Francia), Rijksmuseum (Amsterdam), State Tretyakov Gallery (Mosca), Tate Britain (Londra), Van Gogh Museum (Amsterdam).

Come si vede, ci sono anche dei grandi assenti, come il Louvre di Parigi, il Prado di Madrid, i Musei Vaticani di Roma, la Pinacoteca di Brera di Milano. Ognuno dei musei presenti sul sito ha messo a disposizione un’opera da fotografare con risoluzione gigapixel: ogni immagine è composta da circa sette miliardi di pixel, e le pennellate, la patina del tempo, i dettagli anche minuscoli delle opere, tutti elementi per apprezzare i quali ci vorrebbe una lente di ingrandimento, diventano visibili a occhio nudo. L’opera degli Uffizi proposta in questa risoluzione è “La nascita di Venere” di Sandro Botticelli, e altri due musei hanno scelto capolavori italiani: dalla Frick Collection di New York, il “San Francesco nel deserto” di Giovanni Bellini, dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid il “Ritratto di cavaliere” di Vittore Carpaccio. Ma anche tutte le altre immagini, per un totale di 1061 opere, sono comunque in alta risoluzione, e la visione è di assoluta qualità. 

«Siamo entusiasti all’idea di avere collaborato con i più importanti musei del mondo per realizzare questa tecnologia allo stato dell’arte», commenta Nelson Mattos, Vice President Engineering di Google. Mario Resca, Direttore Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale del ministero dei Beni Culturali, parla di «storico tassello nell’opera di creazione di una coscienza culturale mondiale», mentre Cristina Acidini, sovrintendete al Polo museale di Firenze, sottolinea che grazie al servizio si potranno esplorare «oltre settanta capolavori, da Cimabue a Goya» della collezione del «museo piu’ antico dell’Europa moderna».